tag:blogger.com,1999:blog-78186284540801080472024-03-13T21:52:26.973+01:00L'Ardua Sentenza15/05/15 - Ultimamente la spinta a scrivere e condividere quello che più mi anima, che sia un libro piuttosto che un film, una canzone o qualsiasi altra cosa, si era fatta troppo forte per resistere alla tentazione di aprire uno spazio tutto mio :) Perciò eccomi qui, a provarci. Chiunque tu sia sei il benvenuto pellegrino del web.
Mi casa es tu casa!MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.comBlogger44125tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-8871541116603896402015-11-12T13:32:00.003+01:002015-11-12T13:32:56.344+01:00RECENSIONE "LO SCIACALLO" di Dan Gilroy<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXUWbo-Gga836mkCcgdgCHw_km2xYjo_iVZUt7ynmqFudWhJeXJ1tdzWfzTCZRHRqFJmWt87VKlSJ72hHqTOtCD3ax3cUZLONExG8BqzhTrHMbiCSjvVPD1jxzcycxTHOyZJzigStoC57b/s1600/Lo+Sciacallo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXUWbo-Gga836mkCcgdgCHw_km2xYjo_iVZUt7ynmqFudWhJeXJ1tdzWfzTCZRHRqFJmWt87VKlSJ72hHqTOtCD3ax3cUZLONExG8BqzhTrHMbiCSjvVPD1jxzcycxTHOyZJzigStoC57b/s320/Lo+Sciacallo.jpg" width="224" /></a></div>
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Donnie è cresciuto. E' diventato un ladro/rigattiere. Passa le sue giornate su siti che parlano di business management in attesa del treno giusto. E mangia decisamente troppo poco.</div>
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Ancora una bellissima sorpresa guardando un film di cui non sapevo una beneamata cippa. Anzi, il titolo e la locandina mi avevano depistato, facendomi credere si trattasse di un noir con protagonista un killer spietato e mezzo matto. E le primissime scene della pellicola me lo hanno pure confermato, laddove pareva che Gyllenhaall stesse tagliando una rete metallica per introdursi in chissà quale luogo pericoloso, per poi essere scoperto da una guardia che -<i>of course</i>- è finita pestata a sangue. E poi? E niente, poi si scopre subito che Jake è solo un ladruncolo da quattro soldi che tira a campare vendendo rame e tombini...</div>
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<a name='more'></a>Però quel noir non è poi così lontano. È nella fotografia cupa e nelle riprese che si svolgono praticamente per tutto il film di notte. Perché la vita del giovane Lou si svolge tutta di notte, ed è la notte che gli fornirà l'evento che darà la tanto attesa svolta alla sua vita. Un incidente lungo la strada, un'auto che lentamente prende fuoco mentre due poliziotti lottano per tirare fuori dall'abitacolo la conducente ferita, ed un furgoncino che si ferma per vomitare fuori due uomini armati di telecamera che iniziano a riprendere la scena. Due reporter freelance, due sciacalli che passano le loro notti in ascolto sulle frequenze radio della polizia in attesa dell'emergenza giusta, di un incidente con feriti o, meglio ancora, di una rapina finita male. Captato il giusto messaggio nell'etere si parte, piede a tavoletta verso il luogo del misfatto per riprendere tutto prima degli altri e poter così vendere le immagini alle tv locali.<br />
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Qualcosa si accende nella testa di Lou. Sembra divertente e neanche troppo difficile. Ci vuole solo pazienza, riflessi pronti ed uno stomaco forte. Tutte cose che Lou scoprirà (o forse già sapeva) di avere. Ma la vera sorpresa sarà scoprire che la cosa gli piace, e che gli viene anche bene. Ha occhio, come gli dice la direttrice del telegiornale locale al quale venderà le sue prime riprese, quando noterà che questo giovane uomo sbucato dal nulla riesce a catturare meglio degli altri ciò che fa audience, quello che tiene la gente incollata allo schermo e lo share alto: il sangue, la morte. Meglio ancora se avvenuta nei quartieri alti, a danno di uomini bianchi per mano di altre etinie. I vecchi fantasmi non mollano mai la presa.</div>
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Da quel momento l'ascesa di Lou sarà inarrestabile, ed il suo <i>talento </i>crescerà ogni notte nutrendo il suo ego e la sua sicurezza nei suoi mezzi, finendo per annichilire del tutto sentimenti di pudore, decenza e rispetto. Non che il personaggio in questione, interpretato da un Jake Gyllenhaall superbo, avesse dato segni di tali, umane debolezze prima. Nello sguardo scarnito dell'attore, negli occhi infossati ed enormi, costantemente attenti e febbrili come quelli di un predatore affamato, si rispecchia la promessa di un pericolo sempre in agguato, se solo qualcosa non dovesse andare per il verso giusto. Gli occhi di un folle, che mettono a disagio e intimoriscono.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihsHdV5Sdnv9jAaYSc_QLhy5MWdhGk8A2SJQo4S6YzEUcLG3I9xlMAt7SIP0jYoyascTiEQx4u3AMDihVZfih0BpAfVjdDOgJOn5T2sNwA3sd5UZTG6tTza9BjJxgZwCB6cqpqgFrPJ7EQ/s1600/Sciacallo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihsHdV5Sdnv9jAaYSc_QLhy5MWdhGk8A2SJQo4S6YzEUcLG3I9xlMAt7SIP0jYoyascTiEQx4u3AMDihVZfih0BpAfVjdDOgJOn5T2sNwA3sd5UZTG6tTza9BjJxgZwCB6cqpqgFrPJ7EQ/s320/Sciacallo.jpg" width="320" /></a></div>
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È un film che mette a nudo le dinamiche che muovono il circo dei mass media, e che ci pone davanti una terribile sterilità di sentimenti, laddove tutto è lecito per nutrire il mostro perennemente affamato dello share. Persino afferrare per le caviglie un uomo sbalzato fuori dalla sua auto coinvolta in un incidente per trascinarlo in un punto che permetta una ripresa migliore, più spettacolare. Tutto questo senza nemmeno provare a capire se il poveraccio sia ancora vivo. Un thriller spietato che ha nella mancanza di compromesso la sua arma più potente. Lou è un vero sciacallo che non mostra alcuna titubanza quando si tratta di spettacolarizzare la morte, è l'incarnazione perfetta di quel mondo tristemente reale che potremmo raggruppare sotto l'ormai familiare termine <i>reality</i>. Perché oggi la tv è satura di questo concetto, da anni assistiamo ad una metamorfosi del palinsesto che ha nella vita reale (o presunta tale) il comune denominatore: programmi che mostrano come lavorano certe persone, come si costruiscono grattacieli, una miriade infinita di aste, ristoranti sulla via del fallimento da salvare, e ancora tanto altro. Dall'avvento del progenitore di tutto questo, quel maledetto Grande Fratello che sono orgoglioso di non aver mai seguito neppure una volta, la tv ha cannibalizzato la vita di tutti i giorni, plasmandola in forme che si adattassero ai tempi stretti e veloci del piccolo schermo. Ci si chiede quindi quali saranno le isole di salvezza per le generazioni che stanno crescendo circondate da tutto questo? Quando ero ragazzino sapevo che una volta finito l'episodio di Beverly Hills tornavo alla vita reale, caratterizzata da tempi e dinamiche del tutto diverse. Ma un bambino che cresce bombardato da una tv che mai come prima d'ora pretende di raccontare la vita reale persino nell'atto di pulirsi il culo (e permettetemi il francesismo), a cosa guarderà per trovare la propria ancora? </div>
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Un'accusa molto forte nei confronti dei mass media quella di Dan Gilroy, sceneggiatore di lunga data qui alla sua prima esperienza dietro la cinepresa, che li dipinge senza mezzi termini come dei fabbricatori di notizie, dei manipolatori di fatti, non dei giornalisti ma degli imprenditori senza scrupoli che non hanno nessun interesse nel "mostrare la realtà", ma solo nel raccontare una storia.</div>
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Lo Sciacallo è un reality thriller dunque, una perla che brilla, oltre che nei contenuti, anche nei meccanismi tipici del genere, con una sequenza finale da cardioparma che merita prepotentemente un posto d'onore nella storia del cinema. Cinico e spietato.</div>
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VOTO 8,5</div>
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<i>"-Nina, è una notizia importante!</i></div>
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<i>-Sminuisce tutta la storia.</i></div>
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<i>-Ma è questa la storia!</i></div>
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<i>-La storia è la criminalità che s'infiltra</i></div>
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<i>nei quartieri benestanti." </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-16847651408351867562015-11-09T12:36:00.000+01:002015-11-09T12:37:20.464+01:00RECENSIONE MORGAN LOST di Claudio Chiaverotti<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL5RfWQgGkhtrRt2XXZWuxlLckOVi-qSXot0zcS6tkOi4LflR20O7Y2ec9zTAi3cnLoU2FbiKju2sLvJrU-fyiK1-z2GfQFbe4xO1InqbgRs83xtcCHqE9S9N9I4pCzFWPKuJB8IcEJPor/s1600/Morgan+Lost.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL5RfWQgGkhtrRt2XXZWuxlLckOVi-qSXot0zcS6tkOi4LflR20O7Y2ec9zTAi3cnLoU2FbiKju2sLvJrU-fyiK1-z2GfQFbe4xO1InqbgRs83xtcCHqE9S9N9I4pCzFWPKuJB8IcEJPor/s320/Morgan+Lost.jpg" width="242" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copertina del n°1: figherrima.</td></tr>
</tbody></table>
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Il mio gusto per il macabro non poteva lasciarmi indifferente di fronte alla notizia.</div>
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Quando è giunta alle mie orecchie la storia che la stessa casa editrice di Dylan Dog -il primo fumetto che avrei desiderato di poter collezionare dal numero uno, ma che per ovvie ragioni temporali è rimasto al di fuori della mia portata di giovincello- aveva appena pubblicato il primo numero di una nuova collana le mie antenne si sono rizzate. E quando ho letto che in soldoni la storia parla di un tipo cazzuto che va a caccia di serial killer, e che a tempo perso si sollazza con del buon cinema, i nanetti nel mio cervello sono andati in fibrillazione.<i> </i></div>
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La caccia è stata lunga, il numero uno era fuori da più di due settimane, e sono dovuto rimbalzare tra quasi dieci edicole prima di trovare una copia scampata alla razzia del giorno di pubblicazione. Anzi mi è andata ancora meglio, in quell'oasi nel deserto ne ho trovate addirittura due di copie, e a quel punto mi son detto <i>ma si, investiamo questi 3,5 eurozzi ora. Chissà che un domani non potranno fruttarne molti di più.</i> Per chi fosse scettico al riguardo si faccia un giro su Ebay: una copia n°1 di Dylan Dog primissima edizione non la trovi a meno di 700 euro...</div>
<a name='more'></a>Scelta la copia migliore per metterla da parte al sicuro mi sono stravaccato sul divano, e cercando di tenere gli artigli del piccolo Dado (il mio secondo gatto) a debita distanza, mi sono immerso nella lettura. La veste grafica di Morgan Lost, nata dalla matita di Michele Rubini (già disegnatore di Zagor), è una vera novità che salta subito agli occhi. Il classico bianco e nero si è evoluto in un'accattivante tricromia con l'aggiunta del rosso, una scelta molto curiosa e azzecata che ha anche una ragione <i>fisiologica </i>alla base: infatti il protagonista principale, Morgan, è affetto da una particolare forma di daltonismo che gli fa vedere il mondo in scala di grigio e rosso. Figa trovata che permette di mettere in risalto solo i particolari più importanti, come per esempio un viso sospetto, un rompighiaccio, o uno spruzzo di sangue. Un elemento, quest'ultimo, che abbonda.<br />
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Le gesta del nostro eroe si svolgono in un universo parallelo, un mondo fermo ancora agli anni 50 che non ha mai dovuto vivere gli orrori del secondo conflitto mondiale (il bastardo con i baffetti e la riga al lato è stato ammazzato da una spia prima che potesse trascinare tutti nella follia collettiva), e che anche grazie a questo ha vissuto un'evoluzione tecnologica più rapida della nostra. Ci sono infatti già cellulari, maxi schermi e altri aggeggi dei tempi nostri. È divertente sfogliare le pagine alla ricerca di eventi o personaggi comuni a questo e al nostro mondo che hanno subito uan trasformazione; tanto per fare un esempio, Einstein non è mai diventato uno scienziato, ma in questo mondo scrive.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYAmDB7RWYRAigePlpOlU47p_V1_1bhjRCNPkbq1uLZaaUNvGy70nw2b9e1u1I0Adcjazr-rID1ouQZEBBL9teKd0wz3SAUuWBulRrWtSpsLOhTNNXnm4pazn8-BMSjLAswxxbzVHNJbTb/s1600/Foto+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYAmDB7RWYRAigePlpOlU47p_V1_1bhjRCNPkbq1uLZaaUNvGy70nw2b9e1u1I0Adcjazr-rID1ouQZEBBL9teKd0wz3SAUuWBulRrWtSpsLOhTNNXnm4pazn8-BMSjLAswxxbzVHNJbTb/s320/Foto+2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">New Heliopolis in tutto il suo tetro splendore.</td></tr>
</tbody></table>
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La Gotham City di turno risponde al nome di <i>New Heliopolis</i>, ed è un luogo ricco di fascino esoterico. I suoi edifici, infatti, così come le strade e le piazze, sono piene di ornamenti egizi: teste di sciacalli, aquile e croci ansate sostituiscono i classici gargoyle donando al luogo una personalità molto particolare. Il tutto è, ovviamente, esaltato ancora di più dalla tricromia.</div>
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Ma entriamo nel vivo, di che parla sto fumetto? Narra le gesta di Morgan Lost, un under 40 che sei anni orsono è scampato alla morte per mano di due efferrati assassini grazie al provvidenziale intervento della polizia. Quella stessa notte però la sua compagna non ce l'ha fatta, e da allora porta sul suo viso il ricordo di quella terribile notte. I suoi occhi sono mascherati da un tatuaggio che i suoi aguzzini gli fecero in onore del dio egizio Seth, al quale volevano sacrificarlo insieme alla sua donna. Da allora il nostro uomo è in fuga dai suoi incubi e dai suoi rimorsi per non essere stato in grado di salvare la sua amata, ed ha deciso di non rimuovere il tatuaggio perché esso nasconde ai suoi stessi occhi il volto di chi crede colpevole. Un eroe classico insomma, di quelli col cervello in pappa come piace a noi, che ha l'origine delle sue gesta in un evento tragico (sono ali di pipistrello quelle che sento?). Sta di fatto però che sulla piazza di NH non vi è cacciatore di serial killer più bravo, e in un luogo dove i criminali vengono osannati come star durante un telegiornale-barra-classifica che elenca i più efferati con tanto di curriculum vitae, non è chiaro se questo sia un bene o un male. E' una società decisamente strana (oggi sono in vena di eufemismi) quella di NH, e i primi assaggi concessi da questo numero lasciano intuire che ne vedremo di belle in futuro.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpfRErhYuNYTv4lirg-Ij_xCh9_1KPQXZ0reG6aqCgVao6_Wvw7hKUgbeu4qExaebTnbwDNLARDP1Cqhf9dgNdPOecKCGp20EOcWv3ExN6unqEkHiRVtlj7l7MihB2LvIzX18Hcm_WszBn/s1600/TAV_16.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpfRErhYuNYTv4lirg-Ij_xCh9_1KPQXZ0reG6aqCgVao6_Wvw7hKUgbeu4qExaebTnbwDNLARDP1Cqhf9dgNdPOecKCGp20EOcWv3ExN6unqEkHiRVtlj7l7MihB2LvIzX18Hcm_WszBn/s320/TAV_16.jpg" width="178" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il bel tenebroso sa il fatto suo.</td></tr>
</tbody></table>
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Ma quella che forse è la chicca più succulenta di Morgan Lost nasce da una passione personale del suo autore, ovvero il cinema. Chiaverotti è infatti un appassionato cinefilo, tanto da aver impostato il fumetto come se fosse un film (l'ultima frase che leggerete è "fine primo tempo"), e da aver trasmesso tale passione al suo figlioccio. Anche Morgan adora il cinema, ed ha un caro amico che possiede un cinema al quale torna ogni volta che può, anche e soprattutto per cercare risposte agli enigmi dei suoi casi proprio nelle pellicole. E' già successo nel primo numero, e benché quello che si è visto sul grande schermo in questo primo numero non sia stato nulla di più di un piatto pretesto per arrivare all'obbiettivo, resta comunque una bella trovata. Anche perché il fumetto abbonda di tributi a pellicole famose, una caccia alla citazione che farà felici tutti i topini di sala. Personalmente ho individuato citazioni a molti film, tra cui "Il silenzio degli innocenti", "Basic Instict", "Il corvo", e c'è persino un simpatico cameo di Woody Allen!</div>
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Questo non significa che per poter seguire la storia si debba essere necessariamente esperti di cinema, niente affatto. Ma esserlo arrichisce molto l'esperienza rendendola più divertente.</div>
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Ma c'è qualcosa che non va in questo nuovo prodotto? Si, come sempre. Per quanto mi riguarda ho trovato nella parte testuale l'unico punto debole del fumetto. Intanto manca del tutto una componente comica, e qualcuno potrebbe sentire la mancanza di un Groucho (l'aiutante di Dylan Dog) della situazione che smorzi la tensione regalando qualche risata di tanto in tanto. Pesonalmente non sono un sostenitore della componente comica in tutto e sempre, se una storia vuole essere di tensione e paura se ne può fare tranquillamente a meno. Quello che ritengo a tratti scarso in questo caso sono alcuni dialoghi, deboli, direi addirittura banali. Alcune situazioni non vengono strutturate nel modo migliore, finendo per risultare un po' piatte e poco coinvolgenti. Mi auguro che col proseguire delle pubblicazioni questo elemento si evolva e migliori fino a raggiungere la qualità che la storia narrata merita.</div>
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<br /></div>
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Che dire, un buon esordio sotto (quasi) tutti i punti di vista. Le premesse sono decisamente appetitose, quando ci sono di mezzo dei mangiatori di uomini la cosa si fa sempre troppo interessante per non prestare attenzione ("Seven" docet). Il mondo costruito è altrettanto particolare, permeato da un'atmosfera cupa e malata che a tratti mi ha ricordato Blade Runner. Quando anche i dialoghi avranno raggiunto il giusto grado di cazzutaggine, questo prodotto si meriterà un voto più alto, ma non adesso. Aspettiamo di addentrarci più affondo nei recessi più bui della mente umana, la dove i mostri si nascondo in attesa di afferarti e mangiarti.</div>
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VOTO 8-</div>
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<br /></div>
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<i>"...o, più semplicemente,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>un cacciatore di serial-killer è lui stesso un pazzo,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>tormentato da incubi che cerca</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>malamente di allontanare,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>distogliendo lo sguardo...</i></div>
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<i>come seppellire uno zombie</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>pochi centimetri sotto terra." </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-46143058337870596742015-11-02T16:48:00.000+01:002015-11-02T16:48:14.226+01:00L'UOMO IN FUGA di Richard Bacham (Stephen King)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyt0FVJeI5CQ5ARHBnRfM40wEPfYGdqNrBh1Tkn0hSTG9GdmhLP978IEdG5BpFCVqK9uy1Wk9f1xEbIkpKSJ4FIPJUBolKtDLKml40dODc9wZS4HcYR3-QItzQ8wM0kdxFZgZVa8eZofG5/s1600/uomo+in+fuga.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyt0FVJeI5CQ5ARHBnRfM40wEPfYGdqNrBh1Tkn0hSTG9GdmhLP978IEdG5BpFCVqK9uy1Wk9f1xEbIkpKSJ4FIPJUBolKtDLKml40dODc9wZS4HcYR3-QItzQ8wM0kdxFZgZVa8eZofG5/s320/uomo+in+fuga.jpg" width="198" /></a></div>
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A quei pochi che mi seguono chiedo venia. Sono sparito per molto tempo, praticamente all'improvviso. Ma io son fatto così, la mia curiosità e la mia voglia di fare zompettano da un interesse all'altro in maniera del tutto indipendente, e spesso ciclica. Adesso, per esempio, mi si è riaccesa la voglia di lavorare il legno, e sto ricoprendo una porzione di parete con delle assi recuperate da dei pallet! Sono molto coerente, nella mia incoerenza. </div>
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Per fortuna però ultimamente mi è tornata anche la voglia di leggere, ed il mio comodino pullala di libri e fumetti in attesa di essere sfogliati. Il primo della lista è stato un vecchissimo romanzo dello scrittore che è riuscito a farmi apprezzare il piacere della lettura: Stephen King. L'uomo in fuga è stato scritto dal Re in un periodo in cui ha voluto pubblicare alcune sue opere sotto lo pseudonimo di Richard Bacham (non ne sono sicuro, ma forse esistono addirittura delle finte collaborazioni con il suo altergo).</div>
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Sarò diretto: questo libro non mi ha convinto fino infondo. </div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Ben Richards è un uomo di 28 anni, marito, padre e dissocupato, che per salvare la sua piccolina ammalata di polmonite decide di partecipare alle selezioni per diversi giochi televisivi a premi caratterizzati tutti da un precisa peculiarità, l'estrema violenza. Le sue attitudini naturali, tra le quali spicca di gran lunga una forte insofferenza nei confronti delle figure autoritarie, nonché un'intellligenza al di sopra della media del ceto sociale dal quale proviene, gli garantiscono la partecipazione allo show più crudele e remunerativo (100 nuovi dollari per ogni ora di vita, un miliardo se riesce a sopravvivere un mese) messo in onda nell'America di inizi del ventunesimo secolo immaginata da King, L'uomo in fuga. Il gioco consiste in una caccia senza quartiere ad un singolo uomo sull'intero territorio americano, dove i protagonisti, oltre al fuggiasco, sono i cosidetti Cacciatori, spietati inseguitori che non hanno mai lasciato scampo a nessun partecipante. Ma non è questo il peggio, infatti il fuggiasco non dovrà nascondersi soltanto da loro, ma anche da tutta la popolazione. Chiunque segnalerà un avvistamento del ricercato riceverà in premio 100 nuovi dollari (la moneta in vigore), e qualora la segnalazione dovesse causare la morte del povero Cristo in fuga, il premio aumenta a 1.000.</div>
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Il quadro generale è questo, ed è impossibile non pensare ad Hunger Games. 30 anni prima di questo fenomeno letterario, e molto tempo prima della nascita del primo reality show, King ci era già arrivato. Allo stesso modo è chiarissimo come l'opera di King/Bacham debba la sua stessa esistenza a quella pietra miliare nella lletteratura moderna che risponde al nome di "1984". Le assonanze con l'opera di George Orwell, alla quale dobbiamo anche rendere grazie per l'esistenza di cagate quali Grande Fratello & Co. -ma lungi da me dal voler abbassare il libro di Orwell ai sub livelli dei citati programmi televesivi-, sono tantissime. Infatti l'America immaginata da King è una dittatura che controlla col pungo di ferro una società nella quale le differenze tra i ceti sociali hanno perso qualsiasi parvenza di sfumatura, divenendo nette come il passaggio tra una casella e l'altra della schacchiera: da una parte la ricca e colta borghesia, e dall'altra la plebe ignorante e poveraccia. Ed è in questo bacino di disperati che gli studi televisivi affondano i loro artigli per pescare i concorrenti dei sanguinari reality con i quali sfamano la brama di violenza popolare che serve ad ottenebrare le menti e a tenere tutti buoni. Esattamente come ai tempi dei gladiatori di Roma.</div>
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A far si che tutti godano di queste leccornie mediatiche ci pensa la legge scritta dalla Rete, il grande Sistema che controlla il Paese, la quale impone la presenza della "tri vù" in tutte le case. La stessa Rete, poi, ha falsato i dati riguardanti l'inquinamento ormai da decenni, smettendo addirittura ad un certo punto di divulgarli. Le biblioteche sono off limits per i poveri, mentre i ricchi, che possono dormire sonni tranquilli grazie a dei filtri nasali che li proteggono dai veleni che appestano l'aria, non nutrono alcun interesse verso letture di stampo giornalistico.</div>
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<br /></div>
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Insomma, per chi ha avuto il piacere ansiogeno di leggere "1984" di Orwell i richiami saranno lampanti. Ma lì dove l'opera del 48 presenta artigli affilatissimi che non lasciano scampo alcuno alla speranza, regalandoci un'opera durissima e cinica fino all'ultima parola scritta, il romanzo di King invece ha al massimo un coltellino. La storia parte molto bene, e man mano che i dettagli vengono alla luce si ha l'impressione di essere stati catapultati in un mondo molto simile a quello di Winston Smith (il protagonista di 1984), crudele e oppressivo nei confronti della popolazione. Ma da quando lo show "The Running Man" prende il via, questa impressione inizia pian piano a scemare. La Rete non può reggere il confronto con<i> il Partito</i>, in quanto si rivela molto meno spietata di quanto ci si aspetterebbe. Inoltre dopo la fuga da Boston gli eventi perdono smalto, divenendo sempre un po' meno credibili (come per esempio la straordinaria bravura del protagonista con la pistola, sarà mica un Pistolero di Gilead?!). In quel di Boston la storia sembra voler prendere una piega più "intellettuale", Richard sembra destinato a diventare il simbolo di una lotta gigantesca per il riscatto di tutta quella enorme fetta di popolazione costretta a vivere in uno stato di miseria perpetua. Invece il tutto finisce in una bolla di sapone. Semplicemente questa lotta non inizia, al contrario assistiamo ad un finale che si appoggia a tal punto sulla buona volontà del lettore di concedere licenze letterarie a chi scrive, da spingerlo via e cascare per terra. Il teatrino all'areoporto non sta in piedi, tutto qui. La partita a poker tra il fuggitivo e il capo dei Cacciatori tende troppo la corda, finendo per stancare. Il finale poi ha il gusto inconfondibile delle storie nate in quegli anni, col colpo di scena ganzo (almeno per i canoni del tempo), ma che personalmente mi ha lasciato parecchio indifferente.</div>
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Una mezza delusione insomma, che pesa di più per l'affetto che nutro nei confronti di King. I presupposti per una grande storia c'erano davvero tutti, ma l'impressione è che il giovane autore non se la sia sentita di farsi carico di argomentazioni troppo "pesanti", preferendo volare basso.</div>
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VOTO 6,5</div>
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<i>"Stanno arrivando tempi duri.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Tempi duri per i vermi con la pancia
piena.</i></div>
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<i>Il sangue scorrerà a fiumi. Torce e fucili.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Il diavolo scatenato
sulla terra"</i></div>
<div style="text-align: right;">
(Promesse da marinaio)<i> </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-72789466827740700932015-09-30T11:43:00.001+02:002015-09-30T22:27:49.465+02:00RECENSIONE EVEREST di Baltasar Kormákur<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg44TbsI4g0N5OWaJI9qLsSO4zTIc-StYISZ3cMWrDvDV-JF7Q9IILg962rSPyUu4kuhTXqBbfl3dJzeMcEOA6VN0zw4Af0f8wK649RLLjsgYBgz0TbcMgJamTvwHJmGM_QThupYhxrf6Fj/s1600/Everest-IMAX-Poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg44TbsI4g0N5OWaJI9qLsSO4zTIc-StYISZ3cMWrDvDV-JF7Q9IILg962rSPyUu4kuhTXqBbfl3dJzeMcEOA6VN0zw4Af0f8wK649RLLjsgYBgz0TbcMgJamTvwHJmGM_QThupYhxrf6Fj/s320/Everest-IMAX-Poster.jpg" width="200" /></a></div>
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Se qualcuno mi avesse detto che esistono, e nemmeno da poco tempo, delle scalate di gruppo guidate per raggiungere la cima più alta e letale del mondo, non gli avrei creduto. Ancor meno se mi avessero detto che la cosa è talmente diffusa che può capitare di trovare "traffico" nei campi base. Incredibile, davvero. L'Everest è conosciuta praticamente dal 99,9% della popolazione mondiale, è la Torre Eiffel della natura, e persino un bambino ti saprebbe dire che domare i suoi 8.848 metri di altezza è un'impresa riservata a pochi super uomini che hanno votato la loro esistenza all'alpinismo.</div>
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Ed invece ieri sera mi siedo in sala insieme a mon cherie, il film
inizia e che scopro nei suoi titoli di testa? Che già dagli anni 90 si organizzano scalate di
gruppo sull'Everest! <a href="http://i60.tinypic.com/14dzvgo.jpg" target="_blank">WTF?!</a> Che sborsando somme a quattro zeri, ed avendo dell'esperienza nelle scalate, si affitta una guida esperta che ti porta per mano fin sopra al tetto del mondo.</div>
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<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br />
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Difficile da credersi, quantomeno per il sottoscritto, ma è così.</div>
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Nel lontano 1992 l'esperto scalatore <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rob_Hall" target="_blank">Rob Hall</a> (Jason Clarke) fonda l'Adventure Consultants insieme all'amico Auckland Gary Ball, una società che organizza scalate sull'Everest. A dispetto degli alti prezzi richiesti, giustificati dall'enorme responsabilità di cui le guide si fanno carico, le prenotazioni arrivano numerose, e prima del 1996, anno in cui avvennero i fatti narrati nel film, Hall e Ball (?!) portarono ben 39 clienti fin lassù, senza registrare mai una perdita.</div>
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Il film ci porta nell'ultima, drammatica spedizione di Hall, che nel frattempo ha perso l'amico e socio nel 93. I fatti possono essere riassunti in maniera molto breve: le scalate guidate si sono ormai diffuse, e l'Adventure Consultants non è più la sola società ad offrire questo servizio. I fianchi del gigante più alto del mondo sono talmente trafficati che il 10 maggio 96, giorno previsto per la scalata, oltre alla squadra di Rob c'è pure quella di un altro scalatore professionista, Scott Fischer (Jake Gyllenhaal), più altre spedizioni non commericiali. Ne nasce un ingorgo che rallenta drasticamente la scalata, a tal punto che Rob avrà appena iniziato la ridiscesa quando sopraggiungerà una tempesta violentissima che gli impedirà di proseguire. Morirà lì, insieme ad un cliente. La sera dell'11 maggio si conteranno 9 vittime, compreso anche Scott Fischer.</div>
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I presupposti erano buoni, anzi ottimi. La location mozzafiato, la lotta dell'uomo contro la natura, la volontà di raggiungere obbiettivi che sembrano inarrivabili, condizioni al limite se non oltre l'umana sopportazione. Tutto fantastico insomma, gli ingredienti giusti per tirarne fuori un prodotto coi contro. Eppure... eppure all'uscita dalla sala qualcosa non tornava. Non mi sentivo particolarmente emotivo, avevo visto consumarsi una tragedia enorme causata da uno scatenarsi di madre natura contro il quale nessuno ha potuto far nulla. Avevo visto dei ritorni dalla morte del tutto inaspettati. Avevo visto una grandiosa Keyra Knightley farsi scendere addirittura il moccio dal naso mentre parlava per l'ultima volta con suo marito al telefono satellitare (25.000 dollari al minuto!?) rimasto bloccato a più di 8.000 metri d'altezza, che lentamente si spegneva sotto l'imperversare di venti artici. Ma nonostante tutto questo non mi sentivo triste, spossato o eccitato. Il mio cardiofrequenzimetro viaggiava tranquillo verso il letto di casa. Da cosa è dipeso? Da personaggi abbastanza piatti credo. Nessuno di loro è riuscito a farsi prendere davvero in simpatia, o in antipatia. Anche se le persone presenti sullo schermo erano numerose, la telecamera si è concentrata su pochi, ovvero Rob, Back Weather (Josh Brolin), Doug Hansen (John Hawkes) e in parte Scott Fischer. A mio parere le interpretazioni sono state piattucce, i dialoghi non sono riusciti ad imprimersi nella mente, insomma nessuno di loro potrà aspirare all'Oscar, poco ma sicuro.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3GhJ9zSD0JWfs7XprSBaiEm3ugzf7E3i4f5lJ0JTHRqZVIhoqlUryAWn6pxF2WsIJy8DAg6SPK7viS-2NhgThgVF4k7NwKaRghX1zLDZQnNNAhTfqYeiwMyfjSpuYWsnHDleOCCmxSwo/s1600/everest5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3GhJ9zSD0JWfs7XprSBaiEm3ugzf7E3i4f5lJ0JTHRqZVIhoqlUryAWn6pxF2WsIJy8DAg6SPK7viS-2NhgThgVF4k7NwKaRghX1zLDZQnNNAhTfqYeiwMyfjSpuYWsnHDleOCCmxSwo/s400/everest5.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rob Hall bloccato in cima all'Everest</td></tr>
</tbody></table>
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La regia? Uhm, così e così. Ricordo poche riprese veramente fighe, in particolare quelle dei </div>
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(pochissimi) passaggi su ponti e scale distesi (ma da quanto tempo era che non vedevo in un film un ponte di corda sospeso tra due monti?!), il panorama smascellatore alle spalle degli scalatori giunti quasi in vetta, e l'incombere della tempesta. Anche qui, tuttavia, non si sono raggiunti livelli da cineteca. La durezza dell'impresa è giunta senza dubbio, ma la difficoltà del tutto sembrava ridotta alla sola mancanza di ossigeno. Non che questo non basti a mettere K.O. il fisico umano, ma il freddo? Cavolo questi se ne andavano per quasi tutto il tempo a viso scoperto ad altitudini dove probabilmente basterebbe starnutire per creare instantaneamente un scultura astratta di ghiaccio.</div>
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Quello che resta è la sensazione di aver visto un film diviso a metà, con una prima parte che riesce ad illudere su una apparente (ma sempre relativa) semplicità della scalata, complice proprio l'impostazione simil-escursione applicata dalle società commerciali. Nella seconda, invece, la realtà mostra il suo volto più vero e letale. La montagna si scatena, affermando con spietata forza chi comanda, sempre e comunque. Ci sono forze che non guardano in faccia a nulla, né ai sogni, né alla speranza, e che se ne sbattono di tutti i moti interiori che rendono la vita di un uomo così bella e complicata. L'Everest è un assassino che decide in maniera del tutto imprevedibile quando prendersi la vita di chi tenta di domarlo, e Rob Hall lo sapeva benissimo. Per questo motivo avrebbe dovuto negare a Dug quegli ultimi passi, e tornare indietro. Anche la bontà d'animo può uccidere.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjml5S8g_QEKJWqNbLbjJoxTffE3hCr7GW6rffaFqykJ1PNAal_U57p74L3-XSZlpx8VvnIWNDA0Nhu3I7BodAOP2gVzg4NIKb4kSeXlywzaXzwnHM-Fh4giL4ZhAuV0HyeCsvsIaUHScFY/s1600/boukreev1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjml5S8g_QEKJWqNbLbjJoxTffE3hCr7GW6rffaFqykJ1PNAal_U57p74L3-XSZlpx8VvnIWNDA0Nhu3I7BodAOP2gVzg4NIKb4kSeXlywzaXzwnHM-Fh4giL4ZhAuV0HyeCsvsIaUHScFY/s200/boukreev1.jpg" width="125" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anatoli Boukreev</td></tr>
</tbody></table>
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Un plauso però devo necessariamente farlo a quest'uomo:<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Anatoli_Boukreev" target="_blank"> Anatoli Boukreev</a>, braccio destro di Fischer. Signori questo non era un uomo, era un terminator sotto mentite spoglie. Questo esperto scalatore effettuò la salita senza l'ausilio dell'ossigeno, che già di per sè basta a renderlo ai miei occhi una sorta di extraterrestre, ma fece ben altro. Dopo essere giunto al campo base poco prima dello scatenarsi della tempesta, è tornato indietro sfidando le intemperie riuscendo a portare in salvo tre persone. Il tutto, sempre, senza l'ausilio delle bombole. Un vero e proprio eroe che a mio parere avrebbe meritato maggiore risalto nella pellicola.</div>
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Insomma quel che resta è un leggero dispiacere per un film che avrebbe potuto dare molto di più, ma che non è riuscito a raggiungere la cima del suo Everest. Peccato davvero.</div>
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VOTO 7,5</div>
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<i>"Qui non dovrebbe esserci</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>competizione tra uomini.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>C'è solo competizione tra il singolo uomo</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>e la montagna." </i></div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-54577307920700060722015-09-29T15:36:00.000+02:002015-09-29T15:43:07.806+02:00[SERIE TV] FEAR THE WALKING DEAD di D. Erickson e R. Kirkman - 5° ep.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpOGqeXgZ6GrOQVHgfUbA6QJsqifjjWFcoFtLGkvsEQHZGXTU7w40D14HaUsWPHunhf4JOwmBhMk_Y7tK2Hrji4rp08rgikDMv0yTRfmpFT2_JiicpQ3bNyY2G6JdTWjAuu_bXzS1SNbgw/s1600/Fear+TWD+5+OK.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpOGqeXgZ6GrOQVHgfUbA6QJsqifjjWFcoFtLGkvsEQHZGXTU7w40D14HaUsWPHunhf4JOwmBhMk_Y7tK2Hrji4rp08rgikDMv0yTRfmpFT2_JiicpQ3bNyY2G6JdTWjAuu_bXzS1SNbgw/s400/Fear+TWD+5+OK.jpg" width="400" /></a></div>
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</div>
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Se la qualità di questo episodio non è riuscita a conquistarvi, allora vi do un consiglio da amico: lasciate perdere FTWD, TWD e tutte le future opere di Robert Kirkman.</div>
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Non fanno per voi.</div>
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Non è una critica eh, i gusti son gusti. Probabilmente troverete più appagamento in <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/06/serie-tv-z-nation-di-karl-schaefer-e.html" target="_blank">"Z Nation"</a>, che al sottoscritto ha fatto cagare più o meno quanto il piatto di broccoli a Riley di <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/09/inside-out-di-pete-docter.html" target="_blank">"Inside Out"</a>, ma che probabilmente offre maggior intrattenimento per chi cerca frotte di zombie e tonnellate di piombo. </div>
<a name='more'></a><br />
Le strade tra lo spin off e la serie madre stanno convergendo, in questo penultimo episodio è molto evidente. La situazione è rimasta apparentemente sotto controllo fino al terzo episodio, ma dal quarto le crepe erano già belle profonde. La gente rinchiusa in un grosso recinto di (contenimento?) protezione, l'esercito preposto al controllo di tutto quello che si muove dentro e fuori dal perimetro, arresti in sapore di purghe sovietiche nel cuore della notte... Insomma, la società così come la conosciamo era già andata a farsi bendire la settimana scorsa, ma ieri lo slancio verso Rick e compagni è stato ben più marcato. Perché dico questo? Non tanto per l'esercito che ha raccolto baracca e burattini e s'è dato alla macchia (particolare tuttavia molto importante per capire quale può essere la reale situazione al di fuori del limitato campo d'azione dei superstiti), quanto per le metamorfosi che alcuni personaggi stanno subendo.<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra i più interessanti ci sono senza alcun dubbio Daniel e la fighissima new entry Strand. Lo confesso, credevo che Daniel sarebbe morto appena messo un piede fuori dal suo barbiere, e invece cazzo se è un duro! A tal punto che avrebbe potuto gestire la crisi del Governatore molto meglio di quanto abbia fatto Rick! Scopriamo, anche attraverso le parole deliranti sul punto di morte di sua moglie oltre che dai suoi annedoti, che quest'uomo ha effettivamente un passato di guerra come era facile intuire. Ha vissuto gli anni dei <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Desaparecidos" target="_blank">desaparecido</a>, ed ha conosciuto l'orrore della tortura. Non ci è dato sapere con certezza su quale fronte, ma dalla freddezza con cui seziona il braccio del povero soldato e dalle sue conoscenze anatomiche, pare facile intuire che sia stato un uomo di un governo sud americano, specilizzato in tecniche di interrogatorio. Questo fa di lui un uomo duro, pronto ad affrontare qualsiasi tipo di emergenza forte dell'esperienza accumulata in giovinezza. Alla luce di tutto ciò spero caldamente che lo facciano restare in vita il più a lungo possibile.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBWpY9GndsPCX9h1YKduTaw9kGzDLlznD-s_6xGTRVWwJ_zjXSs6IGQmO0nwMlEvKpa04rkhbzjOcZBCFjyUnRQOnb11EBVWndVKWZKg-jJkPBDPLxtJG3VUNedVoHWjzlsW9xhyg6So9/s1600/strand.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBWpY9GndsPCX9h1YKduTaw9kGzDLlznD-s_6xGTRVWwJ_zjXSs6IGQmO0nwMlEvKpa04rkhbzjOcZBCFjyUnRQOnb11EBVWndVKWZKg-jJkPBDPLxtJG3VUNedVoHWjzlsW9xhyg6So9/s320/strand.png" width="320" /></a>E poi c'è Strand: che fascino, che carisma, che voce! E che bastardaggine signori, un vero figlio di buona madre. L'episodio si apre proprio con lui, rinchiuso in una cella comune insieme a Douglas, l'amico di Travis che nella scorsa puntata aveva dato segni di cedimento psicologico facendosi poi arrestare. Questo tizio che sembra la versione afro di Tony Manero sfoggia subito un'attitudine alla manipolazione mentale: in pochi minuti di monologo spezza le ultime resistenze di Douglas, mettendogli dritto in faccia, ma in maniera molto subdola, la sua condizione di marito fallito, incapace di difendere la sua famiglia perché troppo debole. Non è chiaro il perché, visto che la reazione dell'uomo ha causato il suo trasferimento "di sotto" da parte dei soldati, probabilmente il luogo dove portano gli infetti, o presunti tali. Molto probabilmente voleva semplicemente levarselo dai piedi, e avere la cella tutta per sè. Un'entrata in scena veramente cazzuta, che ha subito calamitato la mia attenzione su questo mister nessuno, che pare essere un uomo che si è fatto dal nulla grazie alle sue doti innate di venditore che sa sempre cosa offrire a ci gli sta davanti per ottenere ciò che vuole. Non si vedeva un personaggio così interessante da troppo tempo!</div>
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E Travis? Travis è ancora bloccato, la sua coscienza ha ancora parecchia voce in capitolo, tanto da impedirgli di sparare in testa ad una ragazza infetta dopo che i soldati gli hanno servito il colpo su un piatto d'argento. Per questo padre di <i>famiglie</i> la strada verso la sopravvivenza è ancora tutta in salita, ma dovrà darsi una mossa, perché ormai ci siamo.<br />
La situazione ha superato il limite critico, i soldati hanno messo in atto un piano di evacuazione che riguarda solo loro, il piano "Cobalt". Come ho detto in precedenza, questo particolare fa luce in maniera indiretta sui retroscena della trama principale. Infatti nei vagabondaggi di Rick e compagnia gli unici segni di forze militari visti erano mezzi e postazioni abbandonati in fretta e furia, o peggio travolti dalle orde di morti viventi. L'idea che tutto questo ha fatto nascere in noi è che l'esercito fosse stato sopraffatto dagli infetti, in numero troppo alto per sperare di abbatterli tutti. Ma può davvero essere così? Questo spin off sembra dire di no. Abbiamo scoperto che prima del collasso finale le autorità militari e mediche sono riuscite a capire almeno le dinamiche dell'infezione, sanno come si trasmette, sanno cosa bisogna fare per abbattere i morti viventi, e soprattutto sanno la cosa più importante, e cioè che non è necessario essere morsi per trasformarsi. Basta morire. Che sia per un infarto, un colpo d'arma da fuoco o per un incidente non fa differenza, chiunque muoia adesso si risveglia. E' lecito pensare che forti di queste informazioni esercito e governo abbiano messo in atto piani estremi per salvare l'indispensabile, consapevoli che arrivati ad un certo punto di propagazione della pandemia non è più possibile sperare di salvare tutti. A quel punto l'unica opzione ragionevole è la ritirata in un luogo di facile difesa, dove riorganizzare le forze e pensare al contrattacco. E per chi resta indietro amen, dovrà farcela con le sue forze.<br />
E' questo che staranno pensando Travis e sua moglie, ed è quello che Daniel e Strand hanno capito già da un pezzo. Da questo momento in poi è una lotta per la sopravvivenza, e solo chi sarà abbastanza duro da fare quello che è necessario fare potrà sperare di vedere un nuovo giorno. Non so come non si possano non amare alla follia le opere di Robert Kirkman.</div>
Aspetto con ansia il finale di stagione!MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-23420225648470346522015-09-28T18:09:00.000+02:002015-09-28T18:10:01.158+02:00[SERIE TV] GOTHAM II di Bruno Heller - 1° ep.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzfW01ZVrBnYJWh_wakkymsll-udRyayC5g9CLIZkBAwi5z-yirNh2B0z_wO8TTTi7_OW7-lHo20mzXiZ4vfra-EJE8WVNYjrAzgJZOiFZkhahv3_ZF42UZpC3ZmFSGN6AEwv1aBYUyose/s1600/Gotham+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzfW01ZVrBnYJWh_wakkymsll-udRyayC5g9CLIZkBAwi5z-yirNh2B0z_wO8TTTi7_OW7-lHo20mzXiZ4vfra-EJE8WVNYjrAzgJZOiFZkhahv3_ZF42UZpC3ZmFSGN6AEwv1aBYUyose/s400/Gotham+2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Finalmente ci siamo!<br />
<div style="text-align: justify;">
E' iniziata la seconda serie di "Gotham", bellissimo serial partorito da quella mente geniale di Bruno Heller, papà di Patrick Jane e John il Rosso. Come scrissi nella mia sentenza della <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/06/serie-tv-gotham-di-bruno-heller.html" target="_blank">prima serie</a>, sono rimasto entusiasta da questo progetto molto originale che ci racconta la storia della città protetta dall'uomo pipistrello prima che il suo mantello iniziasse a svolazzare nelle sue notti più bue. Vedere tutti i suoi acerrimi nemici allo stato embrionale, quando ancora erano persone -più o meno- normali è maledettamente interessante per tutti noi fan di Batman. Anche Jim Gordon, interpretato da un azzeccatissimo Ben Mckenzie, è solo agli inizi, e deve vedersela, oltre che con una schiera di squilibrati, anche con un dipartimento di polizia corrotto fino al midollo. Parrebbe veramente tanta carne da cuocere, ma il maestro Heller ha saputo gestire tutto in maniera magistrale, confezionando ben 22 episodi senza perdere mai un colpo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fino al 23°</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7Y4WVYFvKvINlHdBPr8baS8_4op-F-r3KviVJlafGNVznG_O3pfcx0ASAo8ipfvFP2ZvSkAaBPrsnT4t7rA9_irGlhQL5TeO-c_jtXnjdP3q3tTnMVL96nc4qbV6oIkQfktl0abM0QCv/s1600/Confused.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7Y4WVYFvKvINlHdBPr8baS8_4op-F-r3KviVJlafGNVznG_O3pfcx0ASAo8ipfvFP2ZvSkAaBPrsnT4t7rA9_irGlhQL5TeO-c_jtXnjdP3q3tTnMVL96nc4qbV6oIkQfktl0abM0QCv/s320/Confused.jpg" width="320" /></a></div>
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Questa è la mia faccia al termine dell'episodio. Cosa non mi ha convinto? Il fatto che m'è parso essere tutto, tranne che l'apertura di una nuova stagione. Non so nemmeno se ce lo vedrei come middle sinceramente. Mi aspettavo qualcosa di più tosto, di più grintoso, e invece scorre quasi tutto in maniera molto soft.</div>
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I fatti riprendono poco dopo la fine della prima serie (ma va?), mostrandoci cosa è successo ai vari protagonisti nel fraddunque. Pinguino sta definitivamente consalidando la sua posizione, Bruce Wayne sta ancora prendendo a testate la porta segreta scoperta dietro al camino dello studio paterno, Bullock ha dato le dimissioni e s'è messo a fare il barista sobrio -questa me la devo segnare, un alcolista che smette di bere andando a lavorare in un bar!-, quella psicopatica di Barbara è dietro le sbarre insieme al futuro Joker e Maschera Nera, la mente di Edward Nigma ormai galoppa a briglie sciolte verso la follia, e Jim Gordon ha di nuovo perso il grado di detective, finendo a dirigere il traffico. Ce lo ha mandato quel farabutto del commissario Loeb, approfittando dei casini scatenatisi nel finale della scorsa stagione. E fa pure di peggio: alla prima occasione fa cadere la spada di damocle dritta sul collo del giovane Gordon, licenziandolo.</div>
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Qui le cose iniziano a farsi interessanti. Il personaggio di Jim Gordon è molto particolare, un agente dedito al suo ruolo, estremamente rispettoso della Legge e acerrimo nemico di qualsiasi forma di corruzione o abuso di potere. E' insomma un paladino della Giustizia, un cavaliere senza macchia. E cosa c'è di più divertente del far cadere in disgrazia un cavaliere di così alto onore? Rimasto privo di armi da utilizzare per difendersi da Loeb, Gordon non ha alternative se non quella di rivolgersi ancora una volta al Pinguino, il quale è brutto come la morte ma non stupido, e conosce bene il potere che deriva dal debito. Il nuovo re di Gotham si dirà subito felice di aiutare il suo vecchio amico (che nella prima serie gli ha salvato la vita), ma chiede immediatamente un favore in cambio: vuole che Gordon riscuota un debito per lui. Ed ecco il dilemma, Gordon si ritrova ancora una volta difronte ad un enorme bivio. Dovrà fare una scelta tra il suo onore di poliziotto e il suo futuro come tale. Se lo conoscete sparete già cosa ha risposto al Pinguino, ma una breve chiacchierata col giovane Bruce Wayne (che ragiona già con la saggezza di un eremita) gli fornirà la risposta definitiva.</div>
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La scelta del compromesso è il tema di questa puntata, come la stessa lettera di Thomas Wayne ci dice dopo che suo figlio è riuscito ad entrare nella stanza segreta dove essa lo attendeva: "Non si può essere felici e allo stesso tempo conoscere la verità." I più scelgono la prima, richiede meno fatica. Altri scelgono la seconda, perché sentono una grande vocazione che li spinge ad andare avanti nonostante tutto, nonostante il prezzo da pagare per seguirla quella vocazione possa rivelarsi altissimo.</div>
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E adesso Jim Gordon ora lo sa bene. Le sue mani sono sporche, e non torneranno mai come prima. Gotham ha rivendicato il suo prezzo, e lui è stato pronto a pagarlo. Nonostante tutto.</div>
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<br /></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-18272613311775145612015-09-25T09:50:00.002+02:002015-09-28T18:19:31.206+02:00IL CORVO 2 di Tim Pope<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPii4_V9aZHH-rkyFIkFSqjmJgfRysocPyv-zSrkwBFcZAqDTJGVz1Kp3kbIZlVuuG8IkiKkBZVk4fzgxiWmmKHHXCyd7OzbezKIepv0BXAw4ryRbN1ESRdHkawATFdcM2ZIKXIUXoWh_U/s1600/Il+corvo+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPii4_V9aZHH-rkyFIkFSqjmJgfRysocPyv-zSrkwBFcZAqDTJGVz1Kp3kbIZlVuuG8IkiKkBZVk4fzgxiWmmKHHXCyd7OzbezKIepv0BXAw4ryRbN1ESRdHkawATFdcM2ZIKXIUXoWh_U/s320/Il+corvo+2.jpg" width="220" /></a></div>
La serata era partita decisamente bene.<br />
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Avevo finito di scrivere un pezzo su quella grandiosa opera di Alan Moore che è <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/09/the-killing-joke-di-alan-moore.html" target="_blank">"The Killing Joke"</a>, avevo cenato leggero, avevo messo in casa il mio bonzo di Ficus Ginseng ché ormai le temperature sono scese troppo per tenerlo ancora fuori, e mi era rimasto abbastanza tempo per guardarmi un film. Così tiro fuori la parte letto del mio divano, mi ci stravacco sopra chiedendo alla mia cagnetta puzzona di non iniziare a rompere occupando mezzo divano e mezzo campo visivo, ed inizio a scorrere i titoli della mia collezione privata in formato digitale. Scorri che ti scorri, arrivo nella cartella fantasy, scorro che ti scorro ed arrivo al Corvo. Stavo quasi per pigiare play quando l'occhio mi cade sul film seguente, Il Corvo 2. Ma si, mi dico, non potrà essere così scadente come mi pare di ricordare lo abbiano sempre dipinto le critiche. Eppure una vocina mi chiedeva come mai avessi avuto tanto tempo per guardarlo senza averlo poi mai fatto...<br />
<a name='more'></a></div>
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<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a>E si vede che avrò fiutato puzza di cacca a livello inconscio!<br />
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Ma come si fa a girare una mastodontica ciofeca come questa?! Lo sapete quanta bella roba potevano fare con tutto il denaro sprecato per ottenere sto obbrobrio?! Ché le primissime scene riescono quasi a farti illudere, la noti subito una forte assonanza registica e fotografica col primo capitolo. Poi però i minuti passano, e ti rendi conto che si tratta molto più che di un'assonanza. Tempo venti primi, e capisci di essere di fronte ad una copia carbone, fatta da una talpa affetta da Parkinson! Madonna credetemi, io vorrei salvarla almeno una cosa in sto film, ma non è proprio possibile. Non c'è nulla, assolutamente nulla, che meriti un salvagente in questa pellicola! Ed è inutile che tu mi guardi con quell'espressione corrucciata dalla locandina, perché se proprio ci tieni a saperlo tu sei tra i problemi più gravi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiR8HAM0vafXSc-K47w77vq0mxw2kMFtu18Q20Q1SuZSQHm1zspxmDyYwQcykf0mZRoSoYXt5kzGgBIZ5AXV5FziK_tgE3ipYTTEI8ApqJeeIxBO5JDrn6WQbqpzsYr57Kr_SR73HVPNCP/s1600/capelli+corvo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiR8HAM0vafXSc-K47w77vq0mxw2kMFtu18Q20Q1SuZSQHm1zspxmDyYwQcykf0mZRoSoYXt5kzGgBIZ5AXV5FziK_tgE3ipYTTEI8ApqJeeIxBO5JDrn6WQbqpzsYr57Kr_SR73HVPNCP/s200/capelli+corvo.jpg" width="150" /></a>Prima di tutto qualcuno mi sa dire da quale puntata di Sailor Moon è venuto fuori il responsabile dell'immagine? E' per caso lo stesso di Valerio Scanu?! No, perché i capelli del protagonista sono esattamente come quelli della tipa qui accanto. Cosa riscontrabile, ahimè, anche nei cattivi.</div>
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Gli abiti poi, Cristo santo... Ma perché il panciotto che lascia l'ombellico a vista? PERCHE'?!!! Non siamo mica alla festa di Halloween di Non è la Rai! C'è pure la questione del trucco, con le labbra solo contornate di nero, come quell'odiosissimo modo di truccarsi che hanno alcune ragazze che fa tanto Moira Orfei. Na catastrofe insomma.</div>
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Come catastrofica è pure la recitazione del tipo, al secolo Vincent Pérez. Mai, nemmeno per un attimo, credibile quando si atteggia a folle durante le missioni punitive nei confronti dei suoi aguzzini. Quelle smorfie lo rendono semplicemente ridicolo. La fisicità e la recitazione di Brandon Lee erano cosa ben diversa, la sua ironia nei panni del Corvo non era mai esagerata, e soprattutto era piena di follia e rabbia ribollenti. Qui pare di vedere solo un'idiota che cerca di fare il figo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non che il resto del cast brilli per talento recitativo eh. Il più bravo di tutti è senza alcun'ombra di dubbio il corvo, il pennuto of course. Da una leggenda del rock come Iggy Pop mi sarei aspettato qualcosa di meglio, ma continui pure a cantare ché gli riesce decisamente meglio. Tutti abbondantemene sotto la sufficienza, bravi!</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E a trama come stiamo messi? Beh, basta prendere quella del primo e sostituire Shelly con un bimbo figlio dell'uomo, che qui si chiama Ash, le case di cui gli assassini di Eric Dravens'impadronivano con la forza, per sostituirle con della droga, e avrete la trama precisa precisa di questo seguito. Ah già, dimenticavo: adesso il Corvo se ne va in giro in sella ad una Ducati Monster, e sti cazzi! Lara Croft mangiati la mia polvere e pure qualche piuma! Non è stato fatto alcuno sforzo degno di tale nome per dare a questa pellicola una personalità propria, vuole spudoratamente imitare il primo, facendolo per giunta malissimo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_NNkbJVEFtPupqzmBqGN16IYhAdWuz5fwr0es76iMW465X7It26_GQofwFVGIcY8Qv5S2sAN9Ddvoa_DfyFE4sIQgZu9kKH3uct69VrKjOiD0TWLhmB-NvZvD7U9rFlixRncLayOH-G2C/s1600/crow29.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_NNkbJVEFtPupqzmBqGN16IYhAdWuz5fwr0es76iMW465X7It26_GQofwFVGIcY8Qv5S2sAN9Ddvoa_DfyFE4sIQgZu9kKH3uct69VrKjOiD0TWLhmB-NvZvD7U9rFlixRncLayOH-G2C/s320/crow29.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: #0000ee;"><u>Ma cos'è sta cafonata?</u></span></td></tr>
</tbody></table>
I cattivi sono dei cerebrolesi che Fun Boy e compagni si mangerebero a colazione, ed il loro boss pare il mancato santone di una setta religiosa con la fissa per il bondage. Per assurdo la scena più riuscita è una volutamente comica: sto parlando dell'uccisione di Nemo (Nemo?!) nel locale di spogliarelliste, ed esattamente del momento in cui il separè si rialza rivelando che c'è Ash al posto della donna: <i>"Mi vuoi, piccolino?"</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
A parte questo piccolo guizzo di ironia, il film scivola via prevedibilissimo e noioso, non tanto per essere una brutta copia del primo, quanto, appunto, per la totale mancanza di iniziativa. Tim Pope è un famosissimo regista di videoclip, ne ha girati più di 30 solo per i The Cure, ma ne ha girati altri per gente come Queen, David Bowie e Neil Young! In ambito videomusicale il suo currculum vitae è impressionante e meritevole di rispetto, ma grazie a Dio di film ne ha girati solo uno...<br />
<br />
C'è un solo merito che mi sento di dover riconoscere a questo film, l'unico aspetto nel quale c'è stato un tentativo di distacco dall'opera originale: l'assassinio del corvo volatile. La scena in sè fa cagare, il volatile sembra uscito da un film di Dario Argento tanto è finto, ma almeno non è stato salvato in extremis, e la sua dipartita ha posto delle condizioni particolari per lo scontro finale, dato che a questo punto Ash, a differenza di Eric, è (ri)diventato umano a tutti gli effetti.<br />
Quello che segue, però, pare dimostrare che lo sceneggiatore Daid S. Goyer doveva aver bruciato tutte le energie nello sforzo di inventarsi la morte del corvo pennuto, perché il finale rasenta, e forse la tocca pure, la demenza. Scoprire che lo stesso uomo anni dopo ha scritto il soggetto per "Batman Begins" di Nolan, lavorando poi a quattro mani col maestro alla stesura della sceneggiatura, mi ha stravolto la mattinata.<br />
<br />
Effetti speciali inguardabili, ed una chiusura che sembra essere stata fatta in fretta e furia prima che la pizza si freddasse. Ciliegina sulla torta: il ricongiungimento tra padre e figlio, che non si capisce bene in che dimensione avvenga, col piccolino che indossa la stessa -meritevole di giudizio penale- mise del padre.<br />
Il primo che lo accosta al <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/07/il-corvo-di-james-obarr.html" target="_blank">fumetto di O'Barr</a> o al film con Brandon Lee gli salto al collo!<br />
<br />
<br />
VOTO MA PER FAVORE!<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>"Mi vuoi, piccolino?" </i></div>
</div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-42060262807359946992015-09-24T19:28:00.000+02:002015-09-24T19:28:41.550+02:00THE KILLING JOKE di Alan Moore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwxj_06238zmaeCth2GavZfU-_7hl0WamkL8w23re3VAarYZwkWMBGRHgLpho8XZWgl1P-_hF157dQTNB3-xi-QyVTxWwH9AIaTowOF5TWNBh52FlUse7Ft8VW17dD3sI1ekgoq7aIaNEl/s1600/Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwxj_06238zmaeCth2GavZfU-_7hl0WamkL8w23re3VAarYZwkWMBGRHgLpho8XZWgl1P-_hF157dQTNB3-xi-QyVTxWwH9AIaTowOF5TWNBh52FlUse7Ft8VW17dD3sI1ekgoq7aIaNEl/s400/Copertina.jpg" width="275" /></a></div>
Dove inizia il Male?<br />
Come nasce?<br />
E perché?<br />
<div style="text-align: justify;">
Alan Moore mette in bocca ad uno dei villain più famosi e carismatici di sempre una risposta che pare ridere in faccia a tutte le teorie filosofiche partorite in secoli e secoli di evoluzione umana:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un
folle. Ecco quanto dista il mondo da me. Una giornata storta."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho trentadue anni, ho visto molti film e letto altrettanti libri. Ho fatto la conoscenza di molti eroi, e di conseguenza anche delle loro nemesi. Ne ho apprezzati tanti, buoni e cattivi, ma nessuno è mai riuscito ad esercitare su di me un fascino tale da competere con la coppia Batman/Joker. Si, il Male ha un fascino, e per quanto mi riguarda la sua faccia ha le fattezze di un giullare psicopatico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Correva l'anno 1988, e appena 24 mesi prima un certo signore di nome <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Miller" target="_blank">Frank Miller</a> aveva sancito la rinascita del personaggio più amato e controverso di casa <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/DC_Comics" target="_blank">DC</a>: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Batman" target="_blank">Batman</a>. Con la miniserie in quattro numeri intitolata <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Il_ritorno_del_Cavaliere_Oscuro" target="_blank">"Il ritorno del Cavaliere Oscuro"</a>, Miller aveva plasmato quella che da quel momento in avanti sarebbe stata l'incarnazione definitiva dell'uomo pipistrello. Ne riscrisse le origini e l'evoluzione in una chiave moderna e dalle tinte più oscure, per molti versi più mature, ridando di fatto nuova vita ad un personaggio che risentiva troppo degli anni sul mantello. Chiaro quindi che tutto l'universo di Batman subì una rivoluzione drastica, compresi i suoi nemici storici, principe indiscusso dei quali era, ed è tutt'ora, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Joker" target="_blank">Joker</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nemesi per diritto di nascita del Cavaliere Oscuro, Joker ha sempre incarnato tutto quello contro il quale Batman lotta: l'Ordine contrapposto al Caos. La loro lotta ha sempre avuto una risonanza talmente forte che, grazie anche alle innumerevoli trasposizioni cinematografiche e non solo del fumetto, è difficile trovare qualcuno che non conosca questi due personaggi e la loro infinita guerra.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia, nonostante la sua grande fame, le origini di questo super cattivo sono sempre state avvolte nel mistero, almeno fino al 1950, anno in cui si scopre che in passato egli era un criminale noto come "Cappuccio Rosso" il quale, durante il sabotaggio di una fabbrica di prodotti chimici, ingaggia una lotta con Batman finendo per cadere in una cisterna piena di prodotti chimici che gli hanno sfigurato la faccia rendendola la maschera che tutti conoscono. Nulla più si è saputo sul suo passato, fino al 1988, appunto. Alan Moore si siede in cattedra e decide di dare a questo personaggio un passato all'altezza della sua fama. Ne nacque quella che è riconosciuta all'unisono come una delle storie più belle mai scritte sul pipistrello e il folle pagliaccio.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLuWhowiDRulfqmlP12PzT6Fygry6JY8PLqlu5s8rsi8YVmIwTjBFXbT16pnw0Q5XT5q4T8-jHb-k4B2vL__Hp6iixt-DK2Qc2H12kHUMJgJIyhhlyLOhSh0sEVlKzppvrx-KmxmXX8s-R/s1600/Bat+vs+JK.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLuWhowiDRulfqmlP12PzT6Fygry6JY8PLqlu5s8rsi8YVmIwTjBFXbT16pnw0Q5XT5q4T8-jHb-k4B2vL__Hp6iixt-DK2Qc2H12kHUMJgJIyhhlyLOhSh0sEVlKzppvrx-KmxmXX8s-R/s320/Bat+vs+JK.jpg" width="307" /></a>La storia si apre con un evento molto particolare, che ha spiazzato il sottoscritto la prima volta che lo ha letto. Batman si presenta al manicomio criminale di Arkham per avere un colloquio col detenuto Joker. Costui lo aspetta nella sua cella, mentre gioca con le carte al solitario. Batman gli si siede di fronte ed esordisce così:<i> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Hello.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sono qui per parlare.</i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Ho pensato molto ultimamente a te e a me. A quello che ci succederà, alla fine.</i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Ci ammazzeremo a vicenda, vero?"</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'irriducibile Cavaliere Oscuro, colui che viene descritto da chi non lo conosce bene come un violento che non perde occasione per spaccare quante più ossa possibili ai suoi nemici, si presenta al cospetto della sua peggiore nemisi per proporre una tregua. Per porgergli una mano e capire se esiste la possbilità di cambiare quello che sembra un destino ineluttabile, con uno sforzo comune. Si è reso conto che il rapporto che li lega è diverso da qualunque altro, non si sa spiegare il perché, ma è così. Sente che qualcosa li unisce ad un livello profondo, difficile da sondare, ma ha ben chiaro che, se continueranno su questa strada, finirà nel sangue.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Non sono sicuro di capire perché il nostro rapporto debba essere così intriso di DESTINO. Ma non voglio il tuo sangue sulle mie mani."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dice Batman scoprendo l'inganno: la mano con la quale ha afferato il polso di Joker è sporca di cerone. Ma la pelle di Joker non è di quel colore grazie al trucco, è stata resa bianca dalle sostanze chimiche nelle quali egli cadde anni prima. Quello davanti a lui è un impostore messo lì per prendersi gioco di lui, mentre il vero Joker è là fuori. Libero, e pericoloso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il folle è evaso per l'ennesima volta, ed è già all'opera sul suo nuovo piano. Dopo essersi impossessato di un vecchio luna park dismesso, Joker mette in atto una delle sue azioni più infide e malvage di sempre: si reca a casa del commissario Gordon, uno dei più fidati ed irriducibili alleati del Cavaliere Oscuro, nonché commissario incorruttibile e difensore della Legge, e spara all'addome di sua figlia, Barbara. Da questa aggressione la ragazza ne uscirà paralizzata alle gambe, cosa che le impedirà di indossare ancora il costume di Batgirl (ovviamente suo padre non conosceva la sua doppia identità). Dopo averlo ridotto privo di sensi, Joker rapisce Gordon per condurlo al luna park.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre Batman mette in atto una ricerca a tappeto per scovare le tracce di Joker e di Gordon, quest'ultimo si risveglia nudo ed incatenato in luogo sconosciuto. E' circondato da esseri grotteschi, dei nani di sesso maschile trasvetiti da donna lo strattonano dalla catena che gli stringe il collo, trascinandolo per i vicoli di un luna park uscito fuori da un incubo, dove spaventosi fenomeni da baraccone accompagnano la sua via Crucis con fervore insano. Mentre si chiede disperato dove sia e cosa succede, una voce proveniente da un trono all'apice di una piccola montagna di bambolotti nudi gli risponde:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8zBrLeenAj4JNo9geia_mxen7uGN9V6FB6CKHlARU9IImXBxdixQ5m2eiH0lczNdmO6jv8A0Yov0t2m4PeGijV554xhCn_sba8OpogFt6G8_Xs93iSRLmiglPVNQaiwE4J1Eq3B-PO3Wn/s1600/Joker+sul+trono.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8zBrLeenAj4JNo9geia_mxen7uGN9V6FB6CKHlARU9IImXBxdixQ5m2eiH0lczNdmO6jv8A0Yov0t2m4PeGijV554xhCn_sba8OpogFt6G8_Xs93iSRLmiglPVNQaiwE4J1Eq3B-PO3Wn/s320/Joker+sul+trono.jpg" width="292" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<i>"Semplice, stai facendo quello che farebbe chiunque altro al tuo posto. </i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>STAI DIVENTANDO PAZZO."</i></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Joker ha scoperto le sue carte. I suoi intenti sono chiari ora. Vuole far impazzire Gordon, e dimostrare così che anche l'uomo più retto e onesto al mondo può capitolare sotto i colpi di un fato crudele ed insensato, perdendo la ragione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che si nasconde dietro queste gesta assurde ci viene mostrato dai flashback che ogni tanto interrompono il procedere della storia principale. Il tesoro di questa opera si nasconde in queste vignette in bianco e nero, le quali ci mostrano l'uomo che precedette la nascita di Joker. Un marito <span id="goog_1295133647"></span><span id="goog_1295133648"></span>e futuro padre in cerca di fortuna, un aspirante comico che cerca di farsi strada provino dopo provino, delusione dopo delusione, e che perde sempre più le speranze di poter vedere realizzati i suoi sogni di gloria. La sua situazionne è talmente disperata che finisce nelle grinfie di due farabutti che gli promettono soldi a palate se si unisce a loro per un colpo semplice semplice. Con un bambino in arrivo, un affitto da pagare e nessuna prospettiva di ingaggio all'orizzonte, l'uomo decide di accettare. La sera prima del colpo è in un locale coi due criminali a trovare la forza di andare fino infondo, quando due poliziotti gli chiedono di seguirlo fuori. I due, con la stessa delicatezza che potrebbe dimostrare l'incredibile Hulk alle prese con un origami, gli comunicano una notizia sconvolgente: c'è stato un cortocircuito a casa sua, e sua moglie, insieme al bambino che portava in grembo, sono morti. <i>"Si faccia un altro bicchiere, magari"</i> gli consiglia uno dei due, e lui, annichilito, rientra nel locale. Cercherà di far capire ai due tizi la tragicità della situazione, e che per questo non è più nella condizione di fare il colpo, ma i due non vogliono sentir ragione, e lo costringono a rispettare l'impegno preso.</div>
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Il giorno dopo si ritroveranno fuori dalle industrie chimiche A.C.E., e dopo aver infilato sulla testa del povero disgraziato un enorme cappuccio in vetro rosso, vi si introdurranno per svaligiarne la cassaforte. Saranno subito scoperti dalla vigilanza, e la polizia, seguita a ruota da Batman, non tarderà ad arrivare. Nel conflitto a fuoco che ne scaturisce muoiono i due malviventi, mentre il povero malcapitato, ignaro di indossare un cappuccio utilizzato già in passato per molto altri colpi, che lo rende agli occhi di Batman lo stesso criminale, finirà per ritrovarsi faccia a faccia col Pipistrello. Nel tentativo di fuggire si getta dentro un fiume di prodotti chimici di scarto, dal quale riemergerà ancora vivo, ma ormai non più quello di prima.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBjMvLAmzKuW5nneOB2if95Co_shIyzAZsB8AGch1X_uz9T4gjZwvTk7Afc2DTRpmuy8sB-mNzZi4N7lZHgQaeuvySR6C5lqLUQshZ8XfZ92kyu28lGJMFSWWWnOvNF5zlOwLxK5jL-2f1/s1600/joker1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBjMvLAmzKuW5nneOB2if95Co_shIyzAZsB8AGch1X_uz9T4gjZwvTk7Afc2DTRpmuy8sB-mNzZi4N7lZHgQaeuvySR6C5lqLUQshZ8XfZ92kyu28lGJMFSWWWnOvNF5zlOwLxK5jL-2f1/s400/joker1.jpg" width="400" /></a></div>
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Quello che vede riflesso in una pozzanghera d'acqua fà definitivamente traboccare il vaso della sua ragione. L'enorme peso delle disgrazie che gli si sono riversate sopra nell'arco di un solo giorno spezzano la corda della sua sanità mentale, trasformando un normalissimo uomo in un pazzo delirante.</div>
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Ora Joker è deciso a dimostrare che tutto questo può accadere a chiunque. Benché egli abbia rimosso il ricordo di ciò che l'ha reso quello che è (<i>"Se proprio debbo avere un passato... preferisco avere una scelta multipla! AHAHAH!</i>), è consapevole che la sua genesi è figlia di un destino crudele e beffardo. Joker teme tantissimo il suo passato, a tal punto da preferire la scappatoia della follia al dolore lancinante dei ricordi. Lo dice a chiare lettere mentre accompagna l'infernale giro di Gordon tra le gigantografie che mostrano al pover uomo la violenza subita da sua figlia:</div>
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<i>"Il ricordo tradisce. Per un attimo sei perso nel giardino delle delizie, con i profumi dell'infanzia, i neon pulsanti della pubertà, tutta questa melassa sentimentale... e un attimo dopo ti porta dove non vorresti mai tornare... Qualche posto freddo, nero, pieno di ombre ambigue e attaccaticce che speravi ormai dimenticate."</i></div>
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<i> </i></div>
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Sepolto sotto strati e strati di feroce pazzia, c'è ancora un nucleo di umanità che sanguina per le sofferenze patite, e Joker è la maschera che l'uomo che fu ha volontariamente indossato per rinchiudere tutto questo dolore in un luogo dal quale non potrà mai più uscire.</div>
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Se vi state chiedendo il motivo per il quale Joker e Batman sono così legati, eccolo qui: entrambi sono figli di una tragedia. Entrambi sono una maschera che l'uomo indossa per esorcizzare i demoni del suo passato. Ma le mie parole non potranno mai rendere giustizia a quelle che lo stesso Joker pronuncia quando Batman accorre in aiuto di Gordon.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz38rY5kX4njjFcu7ltkF2Xw0jeXUVlV6cG1Gof1y2LiZi0rzR1UCPH4brJYs-htyrRCOcZijF4Ur6XlA-t8EDtxF8jritYYohpwjIdcwXSkLobScLRC2IQj_t1vCj4tBI_ZAAoP2H-6Hn/s1600/Batman-Joker.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz38rY5kX4njjFcu7ltkF2Xw0jeXUVlV6cG1Gof1y2LiZi0rzR1UCPH4brJYs-htyrRCOcZijF4Ur6XlA-t8EDtxF8jritYYohpwjIdcwXSkLobScLRC2IQj_t1vCj4tBI_ZAAoP2H-6Hn/s320/Batman-Joker.jpg" width="292" /></a></div>
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<i>"Anche tu hai avuto un brutto giorno una volta, vero? Lo leggo in te. E' bastato un brutto giorno per cambiare la tua vita. Altrimenti perché ti vestiresti come un sorcio volante? Hai avuto un brutto giorno e ti ha fatto impazzire come sarebbe successo a chiunque altro... solo che non vuuoi ammetterlo! Devi continuare a far finta che la vita abbia un senso, che c'è qualche buona ragione per tutto questo lottare! Dio! Mi fai venire il vomito. Dico, cosa è stato per te? Cos'è che ti spinge a essere quel che sei? Una donna uccisa dalla mala? Un fratello massacrato da un rapinatore? Qualcosa del genere, scommetto. Qualcosa del generre. Qualcosa come quella che è successa a me... io... io non sono sicuro di cosa è stato... a volte me la ricordo in un modo... a volte in un altro... Se propio debbo avere un passato... preferisco avere una scelta multipla! AHAHAH! Comunque, quello che voglio dire è... io sono diventato matto.. Quando ho visto che razza di oscura, orrenda barzelletta era il mondo, sono diventato matto come una campana. Lo ammetto, io! Perché non tu? Dico, non sei stupido. Devi vedere la realtà della tua situazione [...] E' tutta una barzelletta! Qualsiasi valore per cui uno possa combattere... è tutta una mostruosa gag! Perché non puoi vederne il lato buffo? Perché NON RIDI?"</i></div>
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A questo punto potrei chiuderla qui ed evitare di aggiungere qualche cazzata ad una cosa che è perfetta così com'è. Oltre che bella.</div>
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Batman riuscirà a raggiungere Joker che si è nascosto nella casa degli specchi, urlandogli in faccia che il suo piano è fallito, che Gordon non è impazzito. Questo dimostra come la sua folle teoria fosse campata in aria, e dimostra pure che chi si rifugia nella pazzia per sfuggire ai problemi è solo un verme incapace di affrontarli. A queste parole Joker reagisce violentemente, e la sensazione che egli non voglia ascoltare qualcosa che finirebbe per minare le certezze che cementano la fortezza nella quale si è nascosto per leccarsi le ferite è forte. Quando Batman lo mette definitivamente al tappeto, per qualche istante pare di rivedere il piccolo uomo che preferì lanciarsi nel vuoto pur di fuggir ad un irriducibile e malefico destino. Chiede a Batman perché non lo finisce, dopo che ha ridotto in fin di vita una donna ed ha quasi fatto impazzire suo padre. Il Pipistrello coglie l'occasione per provare a riproporre quanto fatto con l'impostore al manicomio. Qui si assiste al momento di gran lunga più sconvolgente del fumetto, soprattutto perché va a scardinare l'immagine di eterni nemici che la stragrande maggioranza di noi ha di questi due personaggi.</div>
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Batman offre un aiuto a Joker.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCevzoOkRZ_m10lXCHmrl61J6YkamcmLltWcLpYGQXy6zF4R1Zw-6az8A_D1qAt4NtI-sY1RHOApObsPKk86dOod6Iuok1CS7vLPUzeupEdBRPUlrIBVc-eQdyF1PfFj2efYqrTRDRfUPd/s1600/Joker+triste.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCevzoOkRZ_m10lXCHmrl61J6YkamcmLltWcLpYGQXy6zF4R1Zw-6az8A_D1qAt4NtI-sY1RHOApObsPKk86dOod6Iuok1CS7vLPUzeupEdBRPUlrIBVc-eQdyF1PfFj2efYqrTRDRfUPd/s320/Joker+triste.jpg" width="293" /></a>Gli dice che non c'è bisogno di farla finire per forza tragicamente, che sono ancora in tempo per evitare che uno dei due, o addirittura entrambi, muoiano per combattere questa battaglia. Lui può e vuole aiutarlo a tornare ad una vita normale. Come Joker era intenzionato a dimostrare che chiunque può diventare pazzo se gli eventi che lo colpiscono sono quelli "giusti", così Batman è convinto che chiunque possa essere riabilitato col giusto impegno.</div>
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Ma Joker rifiuta, con fare triste e non sarcastico come ci si aspetterebbe, come se, almeno per un attimo, abbia davvero preso in considerazione le parole del suo nemico. Per lui è tardi, non c'è più nulla da fare. Poi torna quello di sempre, e dice che questa situazione gli ha ricordato una barzelletta. Due matti internati tentano la fuga dai tetti. Il primo salta nel vuoto e atterra sul tetto accanto, ma il secondo ha paura di cadere di sotto. Allora il primo ha un'idea: accenderà la torcia che ha con se, così l'altro potrà camminare sul fascio di luce e raggiungerlo. A quel punto il secondo matto s'infervora, chiedendo al primo se lo avesse preso per un matto! Tanto lo sa, dice, che quando sarà a metà strada lui spegnerà la torcia facendolo cadere nel vuoto...</div>
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Joker scoppia in una risata incontrollabile, e mentre cerca di scusarsi con Batman per la scemenza della storiella, accade l'impensabile: sul volto dell'imperscrutabile Cavaliere Oscuro compare un debole sorriso, che poco a poco sfocia in una grassa risata. L'immagine dei due che ridono a crepapelle, una mano di Batman sulla spalla di Joker... beh vi assicuro che mi ha lasciato di stucco. Mai avrei immaginato, prima di avvicinarmi direttamente al mondo dell'uomo pipistrello, che potesse essere accaduto un fatto del genere. Ma c'è un bellissimo significato dietro a questo episodio: per un solo, unico momento, questi due uomini così forti, così simili e al tempo stesso così lontani nelle strade che hanno rispettivamente imboccato per tacitare le urla del loro passato, hanno deposto le loro maschere ed hanno dichiarato tregua. Il comico che avrebbe potuto essere ha raccontato una barzelletta a quello che avrebbe potuto essere un suo spettatore in un futuro diverso. O come due amici che se la ridono seduti ad un bar.</div>
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Batman e Joker fratelli, per un unico istante.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEUMWIxqj3vkaZ7o6YqXRdUzFUX5bCHaTa4oe75yZMRBWZjerxXuUiff_rf0NKgTS6FuqxhXR1kTU0e4zF14GsjBItPW_Fw4NcBU57zdRGzysGmEdS8yE7yO10cX0wfvVgSTWVGDaTdcaZ/s1600/Bat+and+Joker+bro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEUMWIxqj3vkaZ7o6YqXRdUzFUX5bCHaTa4oe75yZMRBWZjerxXuUiff_rf0NKgTS6FuqxhXR1kTU0e4zF14GsjBItPW_Fw4NcBU57zdRGzysGmEdS8yE7yO10cX0wfvVgSTWVGDaTdcaZ/s320/Bat+and+Joker+bro.jpg" width="204" /></a></div>
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Le sirene della polizia si avvicinano sempre più, ma ai due uomini sembra non interessare. Le loro risate continuano ad echeggiare nella pioggia, ed i loro riflessi si sciolgono come neve nella pozzanghera che cresce sempre di più sotto i loro piedi, fino ad inghiottirli del tutto. Non si sa se Batman consegna il criminale alla giustizia, il momento che hanno appena condiviso è talmente fuori dagli schemi che potrebbe giustificare persino un gesto simile da parte del Pipistrello. Mi piace pensare che per una volta nella sua lotta contro il crimine, Batman abbia ceduto ad un suo impulso più umano, e che sentendosi più vicino che mai a quell'uomo così mavalgio eppure così simile a lui, abbia deciso di lasciarlo andare nutrendo la speranza che una possibilità di redenzione ancora ci sia.</div>
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Alan Moore ci regala la storia più intimista di sempre su quello che, a modestissimo parere di chi scrive, è il rapporto tra buono e cattivo più affascinante e stratificato di sempre. Una pietra miliare che non deve assolutamente mancare nella collezione di tutti i pipistrellini.</div>
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VOTO: SUPERBO.</div>
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<div style="text-align: right;">
<i>"Quando il mondo ti crolla addosso,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>e tu piangi a più non posso,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>quando tutto è brullo e nero,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>e tu sogni il cimitero.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Suggerisco, cari amici, che per essere felici</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>c'è un bel trucco,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>e la città dopo ti sorriderà.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>IM-PAZ-ZIIIII-SCI!</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><i>IM-PAZ-ZIIIII-SCI!</i></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><i>Come un neon scoppiato,</i></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><i>come un can bagnato..."</i></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><i> </i> </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-43655285247821570802015-09-22T12:40:00.001+02:002015-09-29T16:02:20.661+02:00[SERIE TV] FEAR THE WALKING DEAD di D. Erickson e R. Kirkman - 4° ep.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg3r547s11D7T-QZ7UdnlgB-Fs9twTSVWWfIrRoDfR-iv1LdeOcDl7WBKmmteC43AM39xH-E7w94kP3W8yu6hnSV9WXNizgU9TSUeqpfp6tOGf_Daj_oCS4Z17rrG7b7fvmaLdXW7Ic6Vw/s1600/Fear+TWD+4+OK.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg3r547s11D7T-QZ7UdnlgB-Fs9twTSVWWfIrRoDfR-iv1LdeOcDl7WBKmmteC43AM39xH-E7w94kP3W8yu6hnSV9WXNizgU9TSUeqpfp6tOGf_Daj_oCS4Z17rrG7b7fvmaLdXW7Ic6Vw/s400/Fear+TWD+4+OK.jpg" width="400" /></a></div>
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Questo quarto episodio ci sposta in avanti nel tempo, ad occhio e croce almeno di un mese. A dircelo è la situazione che fin da subito viene mostrata, con il quartiere dei nostri protagonisti circondato da una recinzione metallica, hummer militari che sbucano come funghi, e un generale stato di abbandono delle strade. Certo che le primissime scene ci provano a farcela bere, con Nick che se la gode sdraiato sul materassino in piscina (che a guardare i quintali di sporcizia che vi galleggiano manco morto ad entrarci), e Travis che fa nientepopodimenoche jogging, tutto questo sulle note della bellissima "Perfect day" di Lou Reed. Una manciata di secondi che, non fosse per la sopracitata sporcizia nellla piscina, avrebbero potuto far pensare ad un flashback. Ma quando stiamo quasi per cascarci SBAM! Ecchelo la, il bel piedone nero bitume della moglie di Daniel riempie per intero lo schermo, seguito a ruota dallo sfacelo di cui in apertura.</div>
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<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Tra il terzo e il quarto episodio sono cambiate tantissime cose, ad iniziare dal fatto che la vita della gente rinchiusa (è proprio il caso di dirlo) dentro il recinto è controllata in ogni singolo aspetto dai militari, guidati da un tipo che dopo solo quattro parole pronunciate s'è guadagnato l'epiteto di "testa di minchia". Classicissimo ufficiale che una volta raggiunto un grado di comando ha iniziato a dare sfogo a tutta la sua mania di grandezza repressa negli anni di gavetta, una figura indispensabile in queste situazioni per mandare tutto a puttane nel modo più catastrofico possibile. Dategli fiducia, vedrete che non ci deluderà.</div>
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Ma di concreto cosa c'è in questa terz'ultima puntata? Le nuove dinamiche che scandiscono la vita di normali cittadini trovatisi all'improvviso sotto il controllo dei militari: la corrente elettrica è razionata, i telefoni sono morti, c'è un coprifuoco da rispettare, e soprattutto è stravietato spingersi oltre la recinzione. Aldilà di essa c'è solo morte. Nel lasso di tempo che divide gli ultimi due episodi le cose devono essere precipitate e di brutto, se adesso ci ritroviamo già ad osservare convogli di militari di rientro da pattugliamenti di "pulizia". <i>Siamo passati all'offensiva</i>, dice capitan testa di minchia, <i>vi comunico che abbiamo ripulito la zona dagli infetti nel raggio di 10 km</i>. Già me l'immagino le bestemmie di chi si è lamentato della scarsa azione di questo spin off quando ha scoperto che la fase più ganza, Marines vs Zombie, è già passata!</div>
<div style="text-align: justify;">
Addirittura durante tutto l'episodio non si vede un solo zombetto strascicante, manco a pagarlo! Ma questo non significa che la puntata sia stata un flop. Io non dimentico mai che a zio Kirkman stanno più a cuore le reazioni umane, che il lento penzolare dei non morti, e in questo episodio di emozioni, sentimenti e reazioni ce ne sono state parecchie. Il fulcro attorno al quale le nostre due famiglie hanno girato è stato un segnale di luce riflessa che il figlio di Travis (quello che lo odia a morte) ha scorto in un palazzo molto lontano, oltre la rete protettiva. Le reazioni alla notizia sono state diverse a seconda di chi l'ha ascoltata: suo padre ha subito liquidato la cosa dicendo che quasi certamente si è trattato di un riflesso prodotto da qualche finestra rotta. In questo si è dimostrato parecchio pragmatico, ma anche un po' stronzo, visto che andare a dirlo subito ai militari non gli sarebbe costato nulla. Non sarebbe dovuto mica uscire lui a controllare. Sua madre è troppo occupata a giocare all'infermiera per prendersi cura di suo figlio, mentre la nuova compagna di Travis si è rivelata più ganza (ma questo si sapeva già). Spingendosi di nascosto, e da sola, fuori dal perimetro di sicurezza, ci ha mostrato cosa vi si nasconde oltre. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHYVaDI-2II3NGDCHkiGydvdhxzhhV1KJhONzNdIbXiMopAtRSW7CTBNOJdk3OelxacGQuuKNGQKecy8rcd6JuFuVnUD_xsqF-bNRh3ljQZnZ4lRqxPNwHegEU3dnS94OFCIirMft-FeCA/s1600/Fear+TWD+4+b.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHYVaDI-2II3NGDCHkiGydvdhxzhhV1KJhONzNdIbXiMopAtRSW7CTBNOJdk3OelxacGQuuKNGQKecy8rcd6JuFuVnUD_xsqF-bNRh3ljQZnZ4lRqxPNwHegEU3dnS94OFCIirMft-FeCA/s320/Fear+TWD+4+b.jpg" style="cursor: move;" width="320" /></a></div>
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Morte e desolazione. Cadaveri di infetti abbandonati per strada, tutti con un terzo occhio sulla fronte, case e auto bruciate, puzza di decomposizione che satura l'aria. E pattuglie di militari in tenuta anti batteriologia che sanno molto di squadroni della morte. Cosa che sono in effetti, a giudicare dal cadavere scoperto da Madison il quale non presentava alcun segno dell'infezione.</div>
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Non è chiarissimo cosa stia accadendo là fuori, meglio non si capisce il perché. Quando Travis si decide una buona volta a parlare al capitano del segnale visto da suo figlio, il minchione ha un attimo di esitazione mentre star per colpire la sua pallina da golf (si, stereotipato da morire). Si capisce che la notizia lo tocca, anche se si affretta a liquidare la faccenda in un nulla. I militari stanno gestendo le cose col pugno di ferro, quello che non si riesce a capire è quanto siano padroni della situazione, quanto di quello che accade rientri nel disegno di un piano più grande, o se le loro azioni siano dettate da un comandante idiota e terrorizzato, che preferisce sparare a vista su qualsiasi cosa si muova aldilà della rete. Bello, a tal proposito, l'annedoto raccontato da Daniel a Madison, che si conclude con la frase pronunciata da suao padre <i>"...gli uomini non fanno cose cattive perché sono malvagi, ma perché hanno paura."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
La paura è infatti il grande regista che sta muovendo le fila di tutti, da Travis che per paura che suo figlio possa andare a capire di cosa si tratti, non prende nemmeno in considerazioni il fatto che dietro quel riflesso possa esserci una persona; ai militari che per paura di un nemico che ancora non conoscono a fondo, portano via di notte malati e gente instabile come squadre dell'SS (gran bella stronza sta dottoresa Exner). La sensazione è che, nonostante gli zombie restino ancora dietro le quinte, il limite di non ritorno sia stato già oltrepassato, e gli spari che Travis vede nel palazzo da dove partivano i segnali non fanno che confermarlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Paura ha preso il sopravvento.</div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-87129244079020019742015-09-21T13:20:00.001+02:002015-09-21T13:24:44.081+02:00I TRIBUTI: "Smooth Criminal" from Michael Jackson to Patax<div style="text-align: justify;">
A dire il vero avevo già scritto il pezzo su un'altra cover, quella di quei cazzoni degli Alien Ant Farm, ve la ricordate? <a href="https://www.youtube.com/watch?v=CDl9ZMfj6aE" target="_blank">Questa qui.</a> Poi però ho cambiato idea: troppo scontata, troppo simile all'originale, ci hanno aggiunto una chitarra, aumentato la velocità e niente più. Così sono tornato sul tubo, e spulciando tra i risultati ho notato questo video nella cui anteprima si vedevano dei congas. Ah però, mi son detto, un pezzo pop in profumo di rock riarrangiato in salsa cubana? E potevo non entrarci?! <br />
<a name='more'></a>Click, ed ecco qui questo studio di registrazione pieno di bella gente: c'è il percussionista col berretto cubano, il pianista con la camicia bianca a mezza manica, i trombettisti che suonano muovendosi in perfetta sincronia, batteristi a go-gò, le belle coriste di colore! Che vuoi di più?</div>
<div style="text-align: justify;">
E' un altro pezzo signori, completamente spogliato di quell'aurea noir dell'originale (se non nella parte cantata), al posto della quale c'è una bellissima performance tipicamente sud americana, gioiosa e frizzante come solo i musicisti dell'Havana sanno fare. E d'altronde se l'arrangiamento è di un tipo che di nome fa Jorge Perez Gonzalez (il percussionista) cosa puoi aspettarti? :D </div>
<div style="text-align: justify;">
A voi l'ardua sentenza!</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/h_D3VFfhvs4/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/h_D3VFfhvs4?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Smooth Criminal" versione originale di Michael Jackson</b></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/wSn9rwS4JJs/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/wSn9rwS4JJs?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Smooth Criminal" cover dei Patax </b></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-60408656125757430622015-09-21T10:30:00.000+02:002015-09-21T10:30:01.052+02:00NEONOMICON di Alan Moore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmetEoVnwfuHCaqMk9Ea-9OpNI9LaC5P0PbAaAXwe_Sr7xcQakdyKfDe8DwgmKTs7yrKgY-6KNR7V4YtEnjjwCl8271-kA3IyBVaWiVFc6ozVPc5ZcU4VAHUFcrq_cFkPCtyIvEXUVsgVy/s1600/Neonomicon.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmetEoVnwfuHCaqMk9Ea-9OpNI9LaC5P0PbAaAXwe_Sr7xcQakdyKfDe8DwgmKTs7yrKgY-6KNR7V4YtEnjjwCl8271-kA3IyBVaWiVFc6ozVPc5ZcU4VAHUFcrq_cFkPCtyIvEXUVsgVy/s320/Neonomicon.jpg" width="206" /></a></div>
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Non dico di aver acquistato questa graphic novel per sbaglio, ma se avessi letto bene il titolo rendendomi conto che non era "Necronomicon" come m'ero convinto, forse mi sarei informato un po' meglio. Ma d'altro canto nella stringa per la ricerca su Amazon avevo scritto proprio il titolo del famoso libro dei morti, e questa opera di Alan Moore è apparsa tra i risultati. La svista è stata roba di un attimo.</div>
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Si certo, lo so che il Necronomicon è un'invenzione del grande Lovecraft (ma poi ne siamo davvero sicuri? Uhmmmmm?), ma quella sera ho voluto capire se ne esistesse una copia inventata di sana pianta. Così, per gioco. E mi sono ritrovato difronte questa copertina, il cui contenuto è nato da una delle penne più importanti della storia dei fumetti, mister Moore. Difficile resistere alla tentazione di acquistare un'opera che rappresenta visivamente gli incubi del maestro di Providence, scritta dalla stessa mente che ha partorito The Killing Joke (oltre che V per vendetta, The Watchmen e From Hell). </div>
<a name='more'></a>E allora cos'è che non mi ha convinto? La prima cosa è lo stile di disegno. La matita è quella di <span class="st">Jacen Burrows, il cui ricco curriculum vitae non comprende nessuna opera di mia conoscenza, il quale ha uno stile che non riesce a convincermi del tutto. Molto bravo nel rendere espressivi i protagonisti, ha un tratto però troppo pulito, che mi ha ricordato i disegni dei libretti illustrativi.</span><br />
<span class="st">I colori poi, troppi.</span><br />
<span class="st">Le opere di Lovecraft parlano dell'orrore celato nei recessi dello spazio, lì dove Cthulhu e la sua progenie maledetta riposano in attesa che le porte si riaprano. L'oscurità permea tutte le sue storie, per cui come si può rendere su carta le sue visioni come se fossero dei caleidoscopi coloratissimi? E' un contro senso.</span><br />
<br />
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<span class="st">E poi c'è la storia. Qui ci ho messo pure del mio, lo ammetto. Avendo preso quell'abbaglio sul titolo mi ero immaginato che quest'opera illustrasse alcune storie originali di Lovecraft particolarmente legate al mito del Necronomicon. Aspettattive insomma. E cos'è che riesce meglio alle aspettative? Essere disattese, of course! Anche questo quindi ha contribuito alla mezza delusione che mi sono vissuto. Quello che Moore si è inventato stavolta sono le origini dell'opera stessa di Lovecraft. Non che la trama sia da buttare, anzi parte anche piuttosto con le indagini dell'agente dell'FBI Sax sotto copertura per scoprire se e quali possano essere i collegamenti tra tre strani quanto efferati omicidi. Il suo particolare istinto nel trovare legami tra fatti apparetemene lontanissimi tra loro lo porterà in un locale (molto) underground di New York nel quale un strano tizio con mezzo viso nascosto da un velo gli spalancherà la mente su visioni terrificanti che condizioneranno la sua visione del mondo in maniera definitiva oltre che sconvolgente.</span></div>
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<span class="st">Fin qui la storia si fa leggere con gusto, poi è un lento declino. Non ho trovato le atmosfere oniriche e angoscianti che sono il marchio di fabbrica del grande autore di Providence, se non in qualche elemento qui e là. E' tutto troppo ostentato, troppo moderno e telefonato. Quello che dovrebbe essere il grande finale poi, finisce per rasentare il ridicolo, con questa assurda combriccola che si ritrova nelle fogne per trombare tutti insieme allegramente, senza distinzione di sesso ed età, al fine di attirare un essere umanoide che vive nelle profondità del mare e con un appetito sessuale che manco Obelix col cibo. Il fondo però lo si tocca con la scena della sega... No vabbè, mi risparmio il ricordo.</span></div>
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<br /></div>
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<span class="st">Quello che è chiaro è che Moore ha voluto marcare pesantemente la componente sessuale che si celerebbe nelle opere di H.P. Lovecraft. Lo scrittore, infatti, ha avuto una vita molto "particolare", tra una madre che gli impediva di uscire di casa quand'era piccolo perché, a suo dire, era troppo brutto, ed un unico matrimonio andato male lasciandosi dietro sospetti di asessulità nei confronti dello scrittore. Ma io, che so ingenuo, quando ho letto "Dagon", al posto del monolite che il povero cristo del protagonista scopre infondo al mare prosciugato </span><span class="st"><span class="st">non c'ho mica visto un fallo enorme</span>: c'ho visto proprio un monolite. Perciò tutte ste seghe mentali di significati nascosti e doppi sensi li lascio ai cervelloni, io preferisco godermi le opere di Lovecraft per quello che sono, ovvero i migliori racconti horror di sempre. E se Alan Moore ci ha visto delle metafore di una sessualità repressa cavoli suoi, a me la sua scelta non è piaciuta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="st">Amen.</span></div>
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<span class="st"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="st"><br /></span></div>
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<span class="st">VOTO 6</span></div>
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<span class="st"><br /></span></div>
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<span class="st"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>"Si, beh, fottiti.</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>I tuoi scopamici mi uccideranno a fine settimana.</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>Se vuoi farlo prima tu, accomodati.</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>Ahh, cazzo.</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>Senti, se ti faccio una sega</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>mi lasci in pace finché</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="st"><i>non smette di farmi male?" </i></span></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-20182090678418475582015-09-19T10:30:00.000+02:002015-09-29T15:43:07.769+02:00[SERIE TV] FEAR THE WALKING DEAD di D. Erickson e R. Kirkman - 3° ep. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfa0pULoYCT0VS70InYX7vmp8IqOnrQjaC5KBiIsOUWuJOadROZJ2S72BLKR7arzNuT4i_GeGoEBGqoA1PXh44SX2eUXT__3-mGAmQP9CMNvTZn20Z_xoGKwADrHJle6M18ofUM2RMea-S/s1600/FEAR-THE-WALKING-DEAD+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfa0pULoYCT0VS70InYX7vmp8IqOnrQjaC5KBiIsOUWuJOadROZJ2S72BLKR7arzNuT4i_GeGoEBGqoA1PXh44SX2eUXT__3-mGAmQP9CMNvTZn20Z_xoGKwADrHJle6M18ofUM2RMea-S/s400/FEAR-THE-WALKING-DEAD+3.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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Girano strane voci su questo spin off. Orde di gente che si lamenta della sua lentezza, del fatto che non stia mostrando nulla, e che due palle sta serie, puft, chissà che mi aspettavo... Eh appunto, che t'aspettavi ciccio? Hai capito, vero, che l'obiettivo di questo spin off è quello di mostrare l'inizio e il conseguente scoppio dell'epidemia? Proprio così, prima l'inizio, e dopo lo scoppio. Cosa ti aspettavi di vedere, un tizio che si risveglia dal coma in una clinica con le pareti che, o sono saltate in aria, o sono state ridipinte di rosso cerebrale, col cortile pieno zeppo di cadaveri con un buco in fronte, mezzi militari abbandonati in ogni angolo, e strani uomini agli antipodi della sana e robusta costituzione che barcollano per le strade come bambole di pezza animate? Io no di certo, mi aspettavo esattamente quello che sto guardando.</div>
<a name='more'></a>Perciò mi spiace per chi stia rimanendo deluso dalla sorella minore di TWD, ma penso che si siano creati delle aspettative infondate. Anzi, in questo terzo episodio ho avuto la sensazione che forse un tantino troppo sull'acceleratore ci abbiano spinto. Non so, i tumulti in strada mi sono sembrati sproporzionati a quella che era la situazione fino a quel momento. Posso capire uno scoppio di rabbia collettiva di fronte alle uccisioni apparentemente ingiustificate della polizia, ma da qui all'anarchica follia che ha messo a ferro e fuoco le strade mi sembra che il passo sia troppo lungo. E c'è stata anche la prima stronzata tale da farmi assumure questa tipica espressione:<br />
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj31Px6JYqqINRjqRF120NyosgJEFCWQiPu28DX_NM5aEHDQRLJg1WuU8Xn2AeAea-DzkYMW6gTkd304iPz29eUCR3sM8AZRI2UScuBwNs-B9Hywg0C8fxw7DR_jlCVhwSvk1mjXsqufbCe/s1600/Are+You+Kidding+Me.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj31Px6JYqqINRjqRF120NyosgJEFCWQiPu28DX_NM5aEHDQRLJg1WuU8Xn2AeAea-DzkYMW6gTkd304iPz29eUCR3sM8AZRI2UScuBwNs-B9Hywg0C8fxw7DR_jlCVhwSvk1mjXsqufbCe/s320/Are+You+Kidding+Me.jpg" width="320" /></a></div>
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Cioè, fuori dal barbiere nel quale i protagonisti si sono barricati c'è un'orda di pazzi scatenati che stanno distruggendo tutto il distruttibile, e il loro pickup parcheggiato poco distante è rimasto illeso e persino al suo posto?! E sciam, me...</div>
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Vabbè dai, si è visto di peggio (qualcuno ha detto <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/06/serie-tv-z-nation-di-karl-schaefer-e.html" target="_blank">Z-Nation</a>?!). Cosa c'è di buono in questo terzo episodio? Beh continuiamo a conoscere sempre meglio i nostri nuovi beniamini, e la madre delle domande inizia a fare capolino nelle nostre testoline: chi sarà il primo a passare a miglior (morte) vita? Francamente non saprei fare un pronostico. Di certo c'è che l'uomo della situazione, Travis, inizia a mostrare aspetti caratteriali in assonanza con Rick Grimes, in una posizione però decisamente più scomoda visto che sto povero cristo deve badare a due mogli e tre figli... e sti cazzi. Anche se hanno dimostrato tempi di presa di coscienza e reazioni piacevolemente rapidi finora, adesso i freni culturali iniziano a rialzare la testa. E' così che lo stesso Travis, che non ha impiegato più di due minuti per decidere di chiudere baracca e burattini e battere in ritirata nel deserto perché ha capito che le cose si stavano mettendo <i>molto </i>male, s'incazza con l'uomo che gli ha dato (non esattamente di sua spontanea volontà) rifugio durante la rivolta quando lo scopre a spiegare a suo figlio (che nei confronti del padre nutre un risentimento tutt'altro che celato) come si usa un fucile. E' stato come rivedere Rick e Shane quando si scontravano su cosa fosse lecito fare pur di portare a casa la pelle. Eh, bei tempi...</div>
<div style="text-align: justify;">
Scintille sono volate, anche se non tante, pure tra le due donne, moglie ed ex che loro malgrado si ritrovano a dividere lo stesso tetto. Qui le cose sembrano poter prendere il giusto andazzo, anche se la sola ad aver teso la mano è stata l'ex, che si è vista rispondere con un tono che era un mix odiosissimo tra snobbante riluttanza e tiepida apertura.</div>
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Ma la nostra famiglia allargata ha definitivamente preso coscienza della gravità in cui le loro esistenze sono precipitate, questo grazie alla scoperta della loro vicina trasformatasi in zombie. Va tenuto sempre a mente che queste persone non hanno la benché minima idea di cosa stia realmente accadendo, sanno solo che c'è in giro qualcosa che trasforma la gente in mostri cannibali quasi immortali, del tutto insensibili al dolore e ai tentativi di richiamo alla normalità. Pensano che siano malati, e che come tali possano ancora guarire. L'unico a pensarla diversamente è il figlio tossico, Nick, che grazie all'incontro ravvicinato avuto con la sua ex compagnia di viaggione psicotropo, ha intuito la verità. Dovranno ancora incrociare la morte parecchie volte prima di realizzare che quegli esseri sono già morti, dopodiché dovranno infrangere innumerevoli tabù se vorranno sopravvivere, primo fra tutti quello dell'omicidio.</div>
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La puntata si chiude con l'arrivo a sorpresa dell'esercito. Si sapeva che sarebbe giunto prima o poi, adesso inizeranno a creare i campi sicuri come quello di Atlanta, e sarà questo a decretare lo scoppio irreversibile dell'epidemia. Tanta gente spaventata e paranoica ammassata insieme, troppe poche informazioni su un pericolo contro il quale un normale cittadino è, nella stragrande maggioranza dei casi, del tutto indifeso. Più che campi di raccolta della popolazione saranno delle culture nel quale il virus, e quel che sia, banchetterà come un lupo in un gregge di agnelli.</div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-3372963963818182532015-09-18T17:30:00.000+02:002015-09-18T17:30:00.375+02:00[I TRIBUTI] Like a Virgin from Madonna to Amos Lee<div style="text-align: justify;">
Non so voi, ma ogni tanto mi diverto a fare zapping sul Tubo. Spesso guardo trailer cinmatografici, a volte scopro nuove band (come nel caso di quei gran bravi ragazzi dei Royal Blood), altre volte invece nella casella di ricerca scrivo il titolo di un pezzo storico seguito dalla parola <i>cover</i>. Avete idea delle sorprese che si celano dietro i risultati della ricerca?! C'è un mondo di tributi che aspetta solo di essere scoperto! </div>
<a name='more'></a>L'ho fatto proprio oggi, e la canzone soggetto della mia ricerca era una evergreen di Madonna ai suoi esordi, lontana ancora anni luce da quella metamorfosi a cavallo tra la mania di grandezza divina e la fobia senile: "Like a virgin". Molti di voi, magari i più giovincelli, conosceranno questo pezzo più per l'interpretazione fatta da suor suor Cristina ad X-Factor che per la versione originale. Ma a me la suora aveva già fracassato gli apparati allora, figuriamoci se l'andavo a ripescare ora. No no, ho cercato tra i risultati ed ho scelto un nome che, benché non ne sia certo, mi pare di conoscere, un certo Amos Lee (forse lo confondo con Tori Amos, ma nemmeno lei la conosco bene, vabbé sto rincoglionendo). Faccio partire il video e le orecchie mi si rizzano immediatamente, perché laddove nella versione originale ci sono una tastiera ed un batteria squisitamente anni 80, qui ci sono un piano appena sfiorato e delle percussioni leggere come zucchero filato. Ho capito all'istante di aver beccato una di quelle cover che a me mi piacciono proprio assai! Nella versione di questo giovane cantautore di Philadelphia, che ha abbandonato una cattedra per seguire il sogno di cantare, facendosi notare da nomi quali Norah Jones e Bob Dylan tanto da spingere questi giganti a chiedergli di aprire i loro concerti (e non escludo che al piano di questa cover ci sia proprio la Jones), non c'è più traccia alcuna dell'euforia pop originale, ma "solo" un'atmosfera soft da piano bar, sulla quale plana una voce che sembra celare toni raschianti se solo salisse un po'.<br />
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E' stata una piacevolissima sorpresa, che ha meritato fin dalla prima nota un posto nella rubrica dei Tributi. Un elegantissimo omaggio ad un pezzo che ha fatto la storia degli anni 80, non siete d'accordo?<br />A voi l'ardua sentenza!</div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/zHW5RVvg2v4/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/zHW5RVvg2v4?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<b>"Like a virgin" versione originale di Madonna</b></div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/wyaOivxqcdE/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/wyaOivxqcdE?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<b>"Like a virgin" cover di Amos Lee </b></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-53342266534888132772015-09-18T12:06:00.003+02:002015-09-18T15:24:32.085+02:00INSIDE OUT di Pete Docter<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimkc8p1bYl7zOL8D2nWn3Vwb9fr1JEdEEzDCdiLzoa4sFH310juE3bcNRY1GT06_tXz92VGnJCtrarvB3Xj6ELZ1QA_pELE27sZp993cRmYjNZ3zZm9Pm2Pay_LXNAHcddnnwUZm7ULt5B/s1600/Inside+Out.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimkc8p1bYl7zOL8D2nWn3Vwb9fr1JEdEEzDCdiLzoa4sFH310juE3bcNRY1GT06_tXz92VGnJCtrarvB3Xj6ELZ1QA_pELE27sZp993cRmYjNZ3zZm9Pm2Pay_LXNAHcddnnwUZm7ULt5B/s320/Inside+Out.jpg" width="240" /></a></div>
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Il fatto di aver un blog che parla, tra le altre cose, di cinema non fa di me un cinefilo. Non lo sono, infatti benché il cinema mi piaccia e non poco, vado in sala molto di rado. Ma quando ci vado lo faccio sempre conoscendo almeno la trama del film, e avendone visionato il trailer. Gli appuntamenti al buio non mi piacciono! Però il detto è chiaro: ogni regola ha la propria eccezione. E a questo giro è toccato a questo splendido, emozionante e divertentissimo film animato della Pixar essere l'eccezione alla mia regola.</div>
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Sono entrato in sala senza sapere nulla di questo film, nemmeno che esistesse prima che mi proponessero di guardarlo, l'unica informazione in mio possesso era che si trattava appunto dell'ultima fatica della Pixar. E benché non sia un topo di sala persino io so che la lampada da scrivania è sempre una garanzia di qualità. Beh, col senno di poi vi posso dire che a volte gli incontri al buio possono regalare delle squisite sorprese! </div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Questo "Inside Out" è l'ennesima perla che va ad arricchire la lunghissima catena di successi di quell'enfant prodige che risponde al nome di Pete Docter. <i>Si, perché quest'uomo è un genio del cuore</i>. Un Peter Pan del cinema che non ha mai dimenticato il linguaggio dell'infanzia, che riesce a decodificare e ridecodificare in un linguaggio di forme, colori e parole che arrivano dritte al cuore dei più piccoli tanto quanto a quello dei grandi. Chissà come deve apparire il mondo agli occhi di una mente tanto fervida!</div>
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"Inside Out" è come un trattato di psicologia redatto per gli asili, e per assurdo che possa apparire funziona! Attraverso le divertentissime gag dei cinque personaggi che impersonificano le emozioni primarie, Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto, ci viene mostrata l'evoluzione interiore di Riley dalla sua infanzia fino ai tumulti della fase iniziale delll'adolescenza. La bellezza e la genialità del film sta proprio qui, nel modo in cui processi complicatissimi che occupano intere librerie freudiane vengono destrutturati e rimessi insieme in una chiave di lettura semplice e spassosissima. Gli attacchi di panico di Paura, le sfuriate di Rabbia, le snobbate di Disgusto, gli attacchi depressivi di Tristezza e l'incontenbile euforia di Gioia si alternano per plasmare i comportamenti di Riley, che a loro volta creano le sfere colorate dei ricordi, i mattoni con i quali la personalità della ragazzina prende via via forma in isole speciali legate agli ambiti più importanti della nostra vita, coma la famiglia, le passioni o l'amicizia. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiKb51eNSMdqJmA7dwgMSLLP_sf7jmPsvtuIX993kJFp8WFZWCNlTM41OB6r-FvYpl8EH6b4Ms8WH5uhIUZr8wLO7pwPFPu3n3wATHQjxxPIrBUNI35jpiQbhoWQ9iW_Vr5GjxHmyKGdK9/s1600/Rabbia+Inside+Out.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiKb51eNSMdqJmA7dwgMSLLP_sf7jmPsvtuIX993kJFp8WFZWCNlTM41OB6r-FvYpl8EH6b4Ms8WH5uhIUZr8wLO7pwPFPu3n3wATHQjxxPIrBUNI35jpiQbhoWQ9iW_Vr5GjxHmyKGdK9/s320/Rabbia+Inside+Out.jpg" width="320" /></a>Tutto in questo film ti strappa il sorriso, dal teatrino delle emozioni nel quartiere generale, agli addetti alla rimozione dei ricordi ormai dimenticati, fino agli studi cinematografici dove prendono vita i sogni (il picco massimo della comicità in questa pellicola!). Persino i titoli di coda sono uno spasso! E vogliamo parlare delle emozioni nelle teste dei genitori di Riley?! Sono morto! Vi giuro che ho riso come poche altre volta in vita mia durante tutta la proiezione del film :)</div>
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Ma non vorrei dare l'errata impressione che "Inside Out" sia solo un film divertente, perché no che non lo è. L'opera di Docter ha una morale come le migliori favole di altri tempi: con una delicatezza che è prerogativa di pochi, ci mostra l'inestimabile importanza del vivere i sentimenti fino in fondo in tutte le loro sfaccettature, perché a questo mondo non esiste nulla che sia completo senza il suo doppio. Senza buio non ci sarebbe luce, senza odio non ci sarebbe amore, senza tristezza non c'è felicità. Frenate, piano, prima di dire che questo film ha scoperto l'acqua calda rifletteteci un attimo. Da quando ho conosciuto Luigi Pirandello ho capito che molto spesso il più grande merito degli artisti è quello di riuscire a focalizzare verità che sono sempre state sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno, prima di essi, ne prendesse coscienza in maniera approfondita. Come una folla che cammina sulla stessa strada ogni giorno e che non nota la bellezza di un piccolo giardino sul tragitto. Poi ad un certo punto di lì passa un'anima speciale, che nota la bellezza di quel minuto angolo di verde in una giungla di grigio cemento, e che fermandosi a rimirarla induce molti altri a fare lo stesso, aprendone gli occhi su ciò che avevano avuto sempre a portata di mano, senza riuscire a vederlo. Ecco cosa fa Docter in questo (ennesimo) gioiello dell'animazione digitale, e accade precisamente nel momento in cui Gioia prende coscienza dell'importanza che pure un'inguaribile depressa come Tristezza ha nella vita della sua amata Riley.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicdA9AwCM0_dSj4YqhCfitp5O0gpNecyERrlQD-ZUIdefhkNFkk0_5l_hq7RGmH74C1J7BiJB5arBrGZZ5nadBxci4FE6zJn8HargVJAzM8slEbbnksE-TQxLFCvLc6G-rscIicwIKjHVx/s1600/Bing+Bong+Inside+Out.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicdA9AwCM0_dSj4YqhCfitp5O0gpNecyERrlQD-ZUIdefhkNFkk0_5l_hq7RGmH74C1J7BiJB5arBrGZZ5nadBxci4FE6zJn8HargVJAzM8slEbbnksE-TQxLFCvLc6G-rscIicwIKjHVx/s320/Bing+Bong+Inside+Out.jpg" width="320" /></a></div>
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Non mancano nemmeno i momenti commoventi, molti dei quali legati al simpaticissimo Bing Bong, l'amico immaginario della piccola Riley, una sorta di chimera fatta per lo più di zucchero a velo, ma che è anche un po' elefante, gatto e delfino (muahahahah!). Questo eterno ingenuo non sarà mai in grado di prevedere cose che agli occhi dei più smaliziati risultano chiarissime ore prima di accadere, ma vi giuro che ero sicurissimo che ce l'avrebbero fatta entrambi :'''''(</div>
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All'uscita dalla sala avevamo tutti e nove (si, abbiamo noleggiato un pulmino apposta, ma purtroppo niente sconto comitiva!) un sorriso stampato in faccia, e non c'è nulla di meglio che un film possa regalarti. Alla Pixar ci lavorano solo dei geni, e "Inside Out" dimostra ancora una volta quanto questo studio sia capace di creare film di una qualità eccelsa. Pertanto non lo consiglio, lo impongo!</div>
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VOTO 10 E STRALODE</div>
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<i>"Tristezza: potresti perderti!</i></div>
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<i>Gioia: pensa positivo!</i></div>
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<i>Tristezza: ok, sono positivamente certa che ti perderai!"</i></div>
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P.s. mi sono fatto venire voglia di rivederlo! X)<i> </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-88417264460553290422015-09-14T10:36:00.000+02:002015-09-29T15:43:07.814+02:00[SERIE TV] FEAR THE WALKING DEAD di Dave Erickson e Robert Kirkman - 2° ep<br />
<div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: right;">
<img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0SfuBxfGcKFrwiIWEA3v824gLyWAr505sGrvMv2hFEhnSUYp7jND3TfF_LH-y-yUtS5So0uf0-Tf3fee7zaQA8VktcZMAYf5WLGDxoDkAJaWG1Ul8S1HCd12PDWYOSNy5JxGyHEvfaniB/s320/FEAR-THE-WALKING-DEAD+2.jpg" width="213" /></div>
Se un'opera ti spinge a pensare, allora significa che funziona.<br />
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Qualcosa serpeggia nella società. Come un rumore di fondo che avvertiamo senza rendercene conto, sta iniziando a nutrire un disagio man mano crescente. Le scuole sono vuote, i vicini si comportano in modo strano, la gente si guarda attorno nervosa. Non si riesce a capire esattamente cosa sia, ma qualcosa è cambiato. E non in meglio.<br />
Col secondo episodio FTWD inizia a premere sull'acceleratore, ma senza strafare. I putridi sono ancora in secondo piano, distribuiti col contagocce, come è giusto che sia. <br />
<a name='more'></a>Molto più interessante è osservare come la gente inizia a comportarsi, al pari di gazzelleche scorgono movimenti tra l'erba alta è inquieta, ed inizia a fare cazzate. La nostra famiglia di protagonisti, e per questo datemi un amen, si è subito rivelata immune alla <i>PDS </i>(<i>Protagonist Demens Syndrome</i>) -a parte la figlia, che se continua imperterrita sulla sua strada si guadagnerà ben presto il titolo di stronza del gruppo- dando sfoggio di una lungimirante saggezza davvero rara in questi casi. Hanno fiutato la puzza d'incendio nell'aria, e con un pragmaticità tipicamente animale hanno subito convenuto che è meglio levare le tende. Ma forse è tardi, perché la città è irrequieta, nervosa, e tantissima gente sembra all'improvviso impaziente di concedersi un fuori programma lontano dal centro. Risultato: strade intasate di auto strombazzanti.<br />
Basterebbe già questo a rendere un'idea di caos rampante. O forse no. Perché noi spettatori dall'occhio onniscente sappiamo cosa si agita dietro le quinte, e pertanto sappiamo pure che non potranno cavarsela con così poco. I morti stanno tornando. Le loro bocche putrescenti bramano carne umana, e i loro cervelli ridotti ad istinto distillato non hanno più la cognizione del pericolo, esattamente come i loro corpi non sanno più cosa sia il dolore. E quindi fanculo pallottola del cazzo, non mi terrai lontano da quella carotide così succulenta. I polziotti sparano per strada, apparentemente senza un motivo valido. C'era quel tipo che camminava in modo strano, e gli hanno scaricato addosso una valanga di piombo. Per quale dannato motivo?! E poi come diavolo ha fatto quel tipo a rialzarsi, Cristo santo?! Aveva almeno cinque fori di pallottola sul torace, ma ha continuato ad avanzare! Mai visto nulla del genere! Ma che cazzo succede?! Gli hanno dovuto sparare un colpo in testa per abbatterlo! Si era lanciato su un poliziotto e gli strappato via mezzo braccio con un morso! Quello era lì buono a farsi i cazzi suoi, e gli sbirri gli hanno piantato una pallottola in testa! Si te lo giuro! Una cazzo di esecuzione! Ehi avete sentito?! La polizia sta sparando ai barboni! Sta succedendo qualcosa di grosso! Pulizia etnica ti dico, ce l'hanno con i neri! Sono usciti fuori di testa!<br />
I punti di vista possono fotterti. Come dice il buon Tobias, "quando un società crolla lo fa in fretta", e questo episodio ci mostra bene come il palcoscenico possa venir giù in men che non si dica. Chi potrebbe mai pensare che i morti resuscitano e che per giunta sono pure cannibali e immortali fino a quando non gli si spappolano le meningi? Nessuno, of course. Quindi una persona, o peggio ancora un folla, che assiste all'abbattimento di uno zombie vedrebbe solo un'insensata ed efferata violenza da parte degli agenti. Vedrebbe un abuso di potere spietato e privo di ogni logica. Il passo verso lo scoppio della protesta è brevissimo, oltre che inevitabile. E nel caos che ne consegue l'infezione ha la strada spianata.<br />
Se avete letto le mie recensioni su <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/05/world-war-z-di-max-brooks_18.html" target="_blank">WWZ</a> e <a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/05/apocalisse-z-di-manel-loureiro_18.html" target="_blank">Apocalisse Z</a> saprete quanto mi affanisci il gioco del "what if" rapportato ad una pandemia zombie. Ormai si cerca di trattare questo discorso in maniera sempre più realistica per dare un taglio più credibile alle zombiie stories, e FTWD ha imboccato la strada giusta. La lentezza dei movimenti degli infetti non deve essere l'unico paramentro da tenere in considerazione nel valutare le potenzialità di contagio, perché trae in inganno. Quella zombie è un'infenzione aggressiva, fulminea e di difficilissimo contenimento perché ha dalla sua un fattore sorpresa gigantesco. Le autorità ci metterebbero già tantissimo a capire cossa diavolo stia accadendo, e i dottori pure che finirebbero morsi uno dopo l'altro nel tentativo di curare persone che sembrano semplicemente malate. Ma anche se ce la facessero, come lo spieghi alla popolazione senza che la terra non riveda un caos che manco ai tempi del Diluvio Universale? Saremmo fottuti, e FTWD sembra intenzionato a non volerci risparmiare proprio nulla.<br />
Quindi avanti così!<br />
<br />
VOTO 9<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>"Quando una civiltà crolla, lo fa in fretta."</i></div>
</div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-48032059503279435142015-09-08T11:11:00.000+02:002015-09-08T12:29:15.032+02:00I TRIBUTI: "Just like heaven" from The Cure to Katie MeluaE si riparte anche con I Tributi :)<br />
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Per l'occasione ho scelto una cover che ho conosciuto grazie alla mia dolce metà. La band omaggiata è una di quella con la "b" maiuscola, probabilmente una di quelle che hanno avuto un peso talmente grande nel panorama musicale contemporaneo da potersi definire senza remore quali leggende viventi. Sto parlando di quei bravi ragazzi dei The Cure, che a guardarli penseresti questi son depressi forte, poi però partono le note di canzoni come "Friday I'm in love", o "Just like heaven" e capisci di aver sparato na baggianata. Perché dietro quel trucco "emo andante" ci sono cuori gioiosi, oltre che musicisti fantastici.<br />
<a name='more'></a></div>
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"Just like heaven" è appunto il pezzo tributato di quest'oggi, e l'artista che l'ha voluto omaggiare è una ragazza dalle radici georgiane e la chioma britannica: Katie Melua. Prima della segnalazione della mia ragazza non conoscevo né lei né tantomeno la cover in questione, ma quest'ultima mi è piaciuta fin da subito. Se l'originale ha un ritmo allegro e solare, la versione della cantautrice Melua ha invece un timbro molto più delicato, guidato da una chitarra classica appena pizzicata, che a sua volta è sostenuta, oltre che da una gemella, da una batteria ed un contrabbasso in odore di jazz. Ne viene fuori un'interpretazione sognante, che riesce benissimo nel dare una veste nuova ad uno dei pezzi più famosi della band britannica.</div>
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Insomma, promossa a pieni voti. Siete d'accordo con me? A voi l'ardua sentenza.</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/n3nPiBai66M/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/n3nPiBai66M?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Just like heaven" versione originale dei The Cure</b></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/2Rmil_raUtU/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/2Rmil_raUtU?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Just like heaven" cover di Katie Melua </b></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-37171001058755281212015-09-06T23:57:00.000+02:002015-09-29T18:25:10.365+02:00[SERIE TV] FEAR THE WALKING DEAD di Dave Erickson e Robert Kirkman - 1° ep.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHkDmVnhWPrWGrtjyJl4fX9BXVBadx5CE_RhGJI_GTmh94AeRo68yaKXPrAdgcYyydxwURrHD5IiP5LAXt7T9KZ_KU1e748dMmjFo4eZYgYc-LT3n-ONnVxmt6e0UIi7cEg6TD5sFiok7n/s1600/FEAR-THE-WALKING-DEAD.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHkDmVnhWPrWGrtjyJl4fX9BXVBadx5CE_RhGJI_GTmh94AeRo68yaKXPrAdgcYyydxwURrHD5IiP5LAXt7T9KZ_KU1e748dMmjFo4eZYgYc-LT3n-ONnVxmt6e0UIi7cEg6TD5sFiok7n/s400/FEAR-THE-WALKING-DEAD.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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Robert Kirkman, tu sei un gran filone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo chiameremmo così dalle nostri parti. Un filone in quel di Bari è il tipo che la sa lunga, che sa come lisciare il pelo al prossimo per portarlo esattamente dove vuole lui. Un calcolatore nato, un venditore scaltro, un pifferaio magico. E Kirkman ricalca alla perfezione questo profilo, perché stando a quanto visto nel primo episodio dello spin-off di "The Walking Dead" non ci sono molte speranze di conoscere la vera origine dell'epidemia.</div>
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<br />
<a name='more'></a><br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRluZoBi6v-xIiYcOqXm-c9pwCIVacYhYvjGRMMczUGU2YG1VXwBAV7LNEFBiP5Qkf7CKRMiQplH2PKUPUSzHcAvp32t5z6wZWWU3b6no1fDqKsygbMgZvOtF35zc1Gceldam2pW9Ggtvl/s1600/arg.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRluZoBi6v-xIiYcOqXm-c9pwCIVacYhYvjGRMMczUGU2YG1VXwBAV7LNEFBiP5Qkf7CKRMiQplH2PKUPUSzHcAvp32t5z6wZWWU3b6no1fDqKsygbMgZvOtF35zc1Gceldam2pW9Ggtvl/s1600/arg.gif" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma mister Kirkman, "Fear the Walking Dead" è stato pubblicizzato come lo spin-off che avrebbe mostrato le origini della catastrofe!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA89MnslcRBUdP6Rg_pmimJzYtVbr_3lbDpUvwlP7E8d7FExVmfxLrHo2M0LH0eHR4LWDgMiyQdqC3MVdlsamdvHt2bsbx3oQXtJ_5B718m7A2aH2yaeD8coxfjkdx8Q_4Q24jjP-lQUK6/s1600/ohoh.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA89MnslcRBUdP6Rg_pmimJzYtVbr_3lbDpUvwlP7E8d7FExVmfxLrHo2M0LH0eHR4LWDgMiyQdqC3MVdlsamdvHt2bsbx3oQXtJ_5B718m7A2aH2yaeD8coxfjkdx8Q_4Q24jjP-lQUK6/s1600/ohoh.gif" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
- Infatti, ma credo che abbiate equivocato: non intendevo dire che avrei mostrato ciò che ha scatenato l'epidemia zombie, ma come essa fosse pian piano cresciuta nelle città prima dei fatti partiti col risveglio di Rick Grimes.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0u5ZKYIL-8y9th512saCyeJvhLYZpQc_e3enZa1W-bIL0Lx6FdkJHtCp_gBowAYjAONWEoGqlwTkDER563Wg9QymU9FIQnZSrolJvdQGk4FxkG7xfZN2LJrSO5qzAun3fozuBF9t7a_th/s1600/cra+cra.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0u5ZKYIL-8y9th512saCyeJvhLYZpQc_e3enZa1W-bIL0Lx6FdkJHtCp_gBowAYjAONWEoGqlwTkDER563Wg9QymU9FIQnZSrolJvdQGk4FxkG7xfZN2LJrSO5qzAun3fozuBF9t7a_th/s1600/cra+cra.gif" /></a></div>
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<br /></div>
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- Gliel'hanno mai detto che è un gran figlio di buona donna?</div>
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Oh intendiamoci, a me il primo episodio è piaciuto un botto! E francamente non mi dispiace nemmeno un po' se il sacro gral non venisse mai rivelato, le risposte spesso sono molto al di sotto delle aspettative. E poi se le sono inventate tutte ormai, dalle armi segrete dell'esercito alla mutazione del virus Ebola. Con le opzioni migliori già bruciate non vorrei mai che se ne uscissero con qualcosa di New Age...</div>
<div style="text-align: justify;">
Molto meglio ciò che si è visto, ovvero sia una presentazione dei personaggi molto, ma molto ben costruita: questa famiglia "ibrida" composta da due genitori separati (anche se non sono sicuro che si sappia come sia finito il vecchio matrimonio di lei) e due figli (di lei) diversamente problematici. Lei la classica bella, <i>ma</i> intelligente, insofferente verso i casini della sua famiglia come un gatto davanti ad un innaffiatore automatico; lui, il maggiore, un tossico che colleziona cacciate da college e centri di riabilitazione, e che ha come massima aspirazione quella di immolarsi al dio del buco in vena, morendo come un povero rincoglionito. I genitori son decisamente più tosti e simpatici, caparbiamente decisi a far funzionare le cose e recuperare un figlio con un piede e tre quarti nella fossa.</div>
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Una fossa nella quale ha rischiato di cadere e risorgere <i>cannibalmente</i> affamato proprio ad inizio puntata, quando, dopo essersi risvegliato dall'ultimo trip scopre, prima, i corpi di altri tossici dilaniati, dopo, che a causare quel macello che manco nel locale de "Dal tramonto all'alba" è stata la sua compagna di buco sgamata a fare merenda con la guancia di un tipo mentre un coltellazzo fa bella mostra di se sbucando dal suo torace. Almeno il bello addormentato mostra subito del buon senso da sopravvivenza, e invece di chiederle se stesse bene come fa praticamente il 99% dei protagonisti in queste storie, gira subito i tacchi e scappa via, sbucando in strada giusto in tempo per farsi investire da un'auto. A quel punto la telecamera si alza mostrando con calma un mondo ancora vivo, una Los Angeles brulicante di persone e auto, e un cielo nel quale ancora volano gli aerei. Mi è quasi venuto da pensare "toh, guarda com'era il mondo di Rick Grimes prima che i putridi lo mandassero a puttane".</div>
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Eccola qui la famosa <i>origine</i> dell'epidemia. Guardare un mondo ancora normale, ma con la consapevolezza che un morbo terrificante sta già crescendo al suo interno e che continuerà inesorabile a farlo fino ad ingurgitare tutta la società, mette una fottuta ansia! Il protagonista era dentro una chiesa abbandonata un attimo prima, ma il tempo di balzare fuori dalla finestra ed ecco che quanto visto lì dentro appare assurdo ed inaccettabile. Eppure sta accadendo, e non resta altro da fare se non stare a guardare lo svolgersi delle vicende familiari dei protagonisti captandone i segnali rivelatori. E a far attenzione se ne scoprono molti di segnali: sono nel suono di un elicottero onnipresente in tutte le scene in esterna; sono nelle vaghe parole di uno studente terrorizzato da delle voci che circolano in rete; sono nella mancata risposta agli sms inviati dalla figlia al suo ragazzo; sono nei fogli di persone scomparse che iniziano ad apparire in città; sono nella strana quiete nei parchi lì dove dovrebbero esserci bimbi chiassosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come quando ci sembra di captare movimenti alle nostre spalle mentre siamo soli in casa, l'ansia di quello che accade appena oltre la sfera
d'influenza dei protagonisti ti accompagna per tutto l'episodio. Tu lo sai che un passo oltre il visibile qualcosa sta erodendo le fondamenta del mondo, e che è solo questione di tempo prima che tutto quello che conosciamo crolli come un castello di sabbia divorato da un'onda improvvisa e famelica. Ma non puoi farci nulla, è già tutto scritto. Loro vivono ancora le loro vite e i loro problemi credendo che non ci sia nulla di peggio di un figlio tossicodipendente, o di una famiglia rompi coglioni che non ti calcola quanto vorresti, ma presto dovranno ricredersi e affrontare qualcosa che non potrebbero nemmeno mai immaginare. Cazzo è questo che mi è piaciuto tantissimo! Mi sono sentito proprio un Rick Grimes che fa la paternale agli abitanti di Atlanta perché la loro fortuna non gli permette di sapere cosa realmente sia diventato il mondo oltre le loro mura.</div>
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<br /></div>
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A fine puntata il vaso di Pandora è ormai scoperto, la nostra famiglia che abbiam imparato a conoscere già abbastanza bene ha capito che qualcosa di terrificante sta accadendo, ed io non vedo l'ora di gustarmi il secondo episodio che certamente aumenterà il ritmo, e il quantitativo di sangue. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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VOTO 9</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>"Dicono che le cose non sono collegate.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dicono così ma io non gli credo.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Sono collegate. In cinque stati diversi.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Non sanno se sia un virus o un microbo.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Non lo sanno, ma si sta diffondendo.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>La gente ha iniziato ad uccidere." </i></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-35384979826761651372015-07-24T09:30:00.000+02:002015-07-24T09:30:00.528+02:00I TRIBUTI: "Whit a little help from my friends" from Beatles to Joe Cocker<div style="text-align: justify;">
Rieccoci qui signori miei, a parlare di cover.</div>
<div style="text-align: justify;">
E lo facciamo con tutti i crismi, prendendo in esame uno di quei casi in cui a fare notizia e storia è stata più la cover che l'originale. Vi espongo la situazione: da un lato i Beatles, ed ho già detto più che abbastanza sul loro conto. Dall'altro Joe Cocker, e sti cazzi. Il palcoscenico, tenetevi forte... Woodstock. "Quella" Woodstock, la sola ed unica. Quel palco leggendario sul quale cantarono giganti degli anni 60 e 70 tra cui Jimi Hendrix e Janis Joplin. Lì su quel palcoscenico che sarebbe entrato nella storia del Rock, un giovanissimo Joe Cocker, con all'attivo un solo disco, si esibì in una cover di un pezzo dei Beatles, "Whit a little help from my friends" appunto. Un canzone che era stata scritta appositamente per permettere a Ringo Star di cantarla nel disco, e che sarebbe diventata uno dei tantissimi pezzi storici nella scuderia degli "scarafaggi". </div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ma Joe Cocker volle dire la sua su questo pezzo, e lo fece a modo suo. Su quel palco regalò ai presenti un tributo dal gusto rhythm'n'blues di tale bellezza che persino gli autori del pezzo ispiratore dovettero ammettere che si, la tua versione è fottutamente più bella della nostra, Joe. E se i Beatles sono arrivati a tanto, signori miei, chi sono io per contraddirli? Anche se in realtà non ne avrei alcun motivo, dato che sono fottutamente d'accordo con loro! Vediamo che ne pensate.</div>
<div style="text-align: justify;">
A voi la sentenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/Y39MjhVrf_Y/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/Y39MjhVrf_Y?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<b>"Whit a little help from my friends" versione originale dei Beatles</b></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/POaaw_x7gvQ/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/POaaw_x7gvQ?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<b>"Whit a little help from my friends" cover di Joe Cocker </b> </div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-20260672268411407772015-07-18T16:06:00.000+02:002015-07-18T19:24:58.393+02:00The Babadook di Jennifer Kent<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfCj0q5Zcfgq84JRhrxQaXuINV8XQFsAf3kGmTstb8mE_P5jyJqyPoOwYsIeJstKsKBUZ6CuxZl5-_GtzDxUg-cw_5XXrxuqedEp_vfbd4xKxkp8vZyUUzyJEI8sFKrezPK6qJNVytO9CB/s1600/Babadook.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfCj0q5Zcfgq84JRhrxQaXuINV8XQFsAf3kGmTstb8mE_P5jyJqyPoOwYsIeJstKsKBUZ6CuxZl5-_GtzDxUg-cw_5XXrxuqedEp_vfbd4xKxkp8vZyUUzyJEI8sFKrezPK6qJNVytO9CB/s320/Babadook.jpg" width="240" /></a></div>
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Nella giornata di ieri un video ha infiammato il web: vi si vedeva la cancelliera Merkel far piangere una ragazzina palestinese che le aveva chiesto il motivo per il quale lei e la sua famiglia debbano ritornare nella loro patria natia dopo anni vissuti in Germania. L'iron lady tedesca ha dato una risposta sincera, ma in una forma talmente cinica che avrebbe fatto digrignare i denti persino a Terminator: <i>non potete venire tutti qui</i>.<br />
Ora, la Merkel non ha detto una cazzata, piuttosto l'ha solo fatta. Infatti è vero che non tutti i palestinesi, piuttosto che siriani o mangia-spaghetti, possono sperare di trasferirsi in massa in Germania o in un qualsiasi altro paese. Il suo "epic fail" sta nei modi così tragicamente privi di empatia con i quali ha sbattuto la verità in faccia alla ragazzina, già angosciata dalla prospettiva di dover tornare in un luogo tanto pericoloso come la Palestina.</div>
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Non basta dire la cosa giusta, bisogna anche conoscere il modo migliore di farlo.</div>
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<a name='more'></a><br />
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In Babadook Jennifer Kent fa entrambe le cose, e lo fa dannatamente bene!</div>
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Sono bravi tutti (ma anche no!) a parlare di zombie, vampiri o fantasmi. I mostri si sa, fanno paura e tirano soldi. Ma un mostro di fantasia è un cosino facile da gestire (ma <i>ari-</i>anche no!!!), gli puoi far fare tutto quello che vuoi perché, tanto, è un parto della nostra fantasia (almeno così dicono...). Per lo stesso motivo sono anche facili da raccontare e affrontare, perché c'è sempre quella consolazione di fondo a cullarci: <i>ma si, chi se ne frega!? Tanto gli zombie non esistono.</i><br />
Nulla di epico. </div>
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Tutt'altra storia, invece, è parlare di quei <i>mostri</i> che ogni mattina ci guardano dallo specchio. Qui si, che c'è da farsela sotto. Perché se devi parlare di un mostro che si annida dentro un uomo, piuttosto che in un amico, o in una <i>madre</i>, devi implicitamente ammetterne l'esistenza nella vita reale.<br />
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<i>Ci vuole un fegato da bevitore irlandese per ammettere che si, una madre può odiare suo figlio, tanto quanto può amarlo.</i></div>
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<i>"Madre è il nome di Dio sulle labbra e nei cuori di tutti i bambini"</i> dice <b><span style="color: magenta;"><a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/07/il-corvo-di-james-obarr.html" target="_blank">Eric Draven</a></span></b> alla madre della piccola Sherri per strapparla dalle grinfie di un uomo che la sta trascinando via dalla vita e dalla sua bambina, ed è una metafora perfetta per descrivere l'immagine che -giustamente- abbiamo della figura materna. Nella cattolica Italia, poi, figlia di quella Maria Immacolata che è simbolo supremo di amore materno incondizionato, e che rende questa figura pari ad una divinità, denigrare la figura della madre, o anche solo ammetterne i sacrosanti limiti in quanto essere umano, vuol dire camminare con un piede e forse più oltre il limite dell'accettabile. Fosse stato girato in Italia, quindi, Babadook avrebbe meritato un encomio già solo per aver osato tanto.<br />
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Il vero mostro in questa pellicola non è l'entità nera che di notte cammina rumorosamente oltre la porta chiusa della camera da letto, e che fa quel verso così inquietante e teneroso al tempo stesso (<i>babadook!-dook!-dook!</i>), ma le emozioni oscure che si agitano nel cuore della madre per emergere alla luce del sole. Guardare questo film non è facile se non ci si lascia distrarre dalla pur ben fatta componente horror.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOXl6B_nHXD72zzTG8BPPgxrER7tuY8a8-p2WCLnvLWy-uT6vAV2hWhsQo03IqVvlLJY0rUpU1zgxWmUwGax3HpBkfU19eM1wyA3rqtnNeh2M2OcFomOKb-ZM5Eu2wVhyL8ZaXZljjLh8N/s1600/Babadook2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOXl6B_nHXD72zzTG8BPPgxrER7tuY8a8-p2WCLnvLWy-uT6vAV2hWhsQo03IqVvlLJY0rUpU1zgxWmUwGax3HpBkfU19eM1wyA3rqtnNeh2M2OcFomOKb-ZM5Eu2wVhyL8ZaXZljjLh8N/s320/Babadook2.jpg" width="320" /></a></div>
Assistere alla lotta contro il buio della pazzia tra la povera donna ad un passo dall'esaurimento nervoso, e i suoi impulsi più oscuri, significa dover osservare sgretolarsi uno dei concetti di vita più radicati nell'immaginario collettivo: l'amore di una madre non è perfetto, e può persino soccombere al male.</div>
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Il libro, la sagoma dalle dita <i>Kruegeriane</i> ammantata di nero, il suo divenire sempre più reale e terrificante col procedere della storia, non vogliono essere (solo) una rielaboazione del classico uomo nero, bensì la materializzazione dei sentimenti che assediano l'animo della donna. Convivere con il fatto incovertibile che tuo figlio rappresenti suo malgrado la ragione della morte di tuo marito deve essere una cosa che ti logora giorno dopo giorno. E tutto il resto che la Kent costruisce come background di vita della donna rende la situazione ancora più deprimente: il lavoro in un ospizio, una sorella che non fa nulla per nascondere l'odio nei confronti di suo nipote, il carattere problematico e snervante del bambino. <br />
La bravissima Essie Davis incarna magistralmente una donna tesa come una corda di violino ad un soffio dalla rottura. La guardi e non puoi fare a meno di pensare ai sensi di colpa che la divorano per quel risentimento così difficile da contrastare nei confronti di suo figlio. Duro, durissimo da osservare.<br />
Altrettanto bravo è il piccolo Noah Wiseman, che con i suoi attacchi di iperattività nevrotica riesce a far nascere in più di un'occasione la voglia di appiccicarlo contro un muro. E' un piccolo guerriero che, nonostante la giovanissima età, è riuscito a suo modo a capire cosa abbia significato la sua nascita, sa che una parte di sua madre non potrà mai perdonarglielo, ma nonostante tutto la ama profondamente e costruisce armi fatte in casa per essere pronto a proteggerla in ogni evenienza. Forse è stata proprio la consapevolezza, conscia o non che sia, dei sentimenti oscuri che stavano pian piano crescendo dentro sua madre a spingerlo a costruire le armi e le trappole. Come in un gioco di ruoli invertiti, è il cucciolo che protegge l'adulto.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWJI9FV0VDuQHNAseYmrz1nl3umPCOyP4NFnOFP9oSrhs0y916vJS3OpZPABwZ5EZ09vMCyq_Dw_yJe0QDy4y3bp6R08SAVnsNxoAfC-tAJ9pThNkozeXrcLzwKsQsYwcBXUHYpObd6d4J/s1600/Babadook3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="164" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWJI9FV0VDuQHNAseYmrz1nl3umPCOyP4NFnOFP9oSrhs0y916vJS3OpZPABwZ5EZ09vMCyq_Dw_yJe0QDy4y3bp6R08SAVnsNxoAfC-tAJ9pThNkozeXrcLzwKsQsYwcBXUHYpObd6d4J/s320/Babadook3.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In questa scena l'ho odiato con tutto me stesso -.-"</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
La tensione è stata gestita in un crescendo perfetto, e le scene di forte impatto visivo ed emozionale non scarseggiano, come quella della vasca da bagno. Ho apprezzato molto la decisione di lasciare il mostro sempre un passo indietro il cono di luce, come è giusto che sia visto che quello vero è sempre stato bene in vista fin dall'inizio. E' bastato far ondeggiare lievemente il cono per far si che la l'entità si mostrasse in brevissimi sprazzi che riescono a far sobbalzare i più bambascioni come il sottoscritto.<br />
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Babadook è un lupo travestito da pecora, un bellissimo ed intenso film drammatico travestito da horror. Il fatto poi che il travestimento sia pure ottimamente cucito non può che far piacere!<br />
Grazie a Dio il titolo non ha subito stravolgimenti come il povero <b><a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/07/maggie-contagious-epidemia-mortale-di.html" target="_blank">"Maggie"</a></b>, già me lo vedevo qualche titolo italiano astruso tipo "Il libro dell'uomo nero", o "Non aprite quella copertina"...<br />
Se non lo avete ancora fattto, andate a vederlo DI CORSA. Sarà la migliore scusa per godervi l'aria condizionata della sala da qui a chissà quanto tempo :p<br />
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VOTO 9<br />
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<i>"Babadook!-dook!-dook!"</i></div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-39170310481833727632015-07-17T10:29:00.000+02:002015-07-17T11:43:24.090+02:00I TRIBUTI: "I will survive" from Gloria Gaynor to CakeStai rilassato, amico.<br />
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Questo sembra voler suggerire la versione di "I will survive" che i Cake sfornarono nell'ormai lontano 1996. O per dirla con il meme più famoso di sempre: Keep calm and listen the Cake. E con questo caldo che non vuole proprio mollare la presa non c'è invito migliore. Meno energie si sprecano, meglio è! Sia che si tratti di faccende di ordinaria amminstrazione (proprio in questo momento ho delegato al mio fido robottino la pulizia del pavimento, solo che se non la smette di incepparsi la "rilassatura" lascerà posto all'"incazzatura"), sia che si tratti di questioni morali.<br />
<a name='more'></a> Tipo, ma perché devi perdere tempo e forze nel rompere i coglioni a chiunque abbia gusti sessuali diversi dai tuoi, o a chi non segue i dettami di mamma Chiesa, invece di andartene al mare, in montagna o a fanculo? "Non c'è cosa più triste di un talento sprecato", diceva De Niro nel bellissimo "Bronx", ma secondo me la cosa più triste da sprecare è un cervello. </div>
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"I will survive" esce nel 78, parla del ritorno alla vita di una donna uscita dalla fine di una storia. Da qui in poi c'è stata la storia. Canzone ed interprete sono diventate entrambe delle icone del movimento femminista, prima, e di quello gay, dopo. D'obbligo, quindi, sono state poi le numerose cover che hanno celebrato un pezzo così importante, e tra queste ho scelto quella forse più vicina in termini temporali, perché ne apprezzo molto il ritmo "sciolto", rilassato. Ma sarei un criminale a non citare anche la splendida versione dei Pet Shop Boys, bellissima! Provate a cercarla e magari ditemi quale preferite ;)</div>
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A voi la sentenza.</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ZBR2G-iI3-I/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ZBR2G-iI3-I?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"I will survive" versione originale di Gloria Gaynor</b></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/bkb-1ryitXU/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/bkb-1ryitXU?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"I will survive" cover dei Cake </b></div>
MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-7763995207484090482015-07-14T12:43:00.000+02:002015-09-08T00:13:12.069+02:00"Il Corvo" di James O'Barr<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTraAT48Na132wjuLVF6HdWL7AUVqpjAXVs1dnUJuxaEY9w-QOgATE7y6xBW0ztatTabKv7IbYHpmYQ6MZYsA_YsoDwLjg9pjd_ALHL6DY6uak-oPD3hdwMK1SZ6wtna3av4ISMowax8m/s1600/Primo+piano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTraAT48Na132wjuLVF6HdWL7AUVqpjAXVs1dnUJuxaEY9w-QOgATE7y6xBW0ztatTabKv7IbYHpmYQ6MZYsA_YsoDwLjg9pjd_ALHL6DY6uak-oPD3hdwMK1SZ6wtna3av4ISMowax8m/s400/Primo+piano.jpg" width="400" /></a></div>
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Amore. Dolore. Disperazione. Rabbia. Vendetta. Morte.<br />
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Si dice che i luoghi che hanno visto consumarsi tragedie efferate abbiano le emozioni di quei momenti intrise nelle loro pareti. James O'Barr ha fatto qualcosa di simile, canalizzando un dolore talmente forte da non potersi nemmeno immaginare dentro una matita, attraverso la quale esso è sgorgato furioso ed insanabile su queste pagine, dando forma e vita ad una tragedia e ad un amore di potenza inaudita.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-jzQvCVDi9Ods_rfevDFEiaqjXYzasmp1d_F3qSWzU8gOSYhsxYuzegG8X3Q5sZhyphenhyphenZEjKpAVjuhXOMXbjZ_jlu_AxwIqFLKaD3iv0_pYtonl97EiRlTmy6_9mDjDxyuijwtYR64yJMcJ5/s1600/Non+guardare.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-jzQvCVDi9Ods_rfevDFEiaqjXYzasmp1d_F3qSWzU8gOSYhsxYuzegG8X3Q5sZhyphenhyphenZEjKpAVjuhXOMXbjZ_jlu_AxwIqFLKaD3iv0_pYtonl97EiRlTmy6_9mDjDxyuijwtYR64yJMcJ5/s400/Non+guardare.jpg" width="257" /></a></div>
Ho pianto per Eric Draven. Non c'è modo più sincero per omaggiare l'opera di O'Barr. Troppo puro l'amore che quest'anima tormentata rimpiange per non averne il cuore stretto. Troppo profonda ed inconsolabile la disperazione che lo assalgono quando volontariamente si lascia annegare nel fiele dei ricordi. Troppo vibrante la furia che lo assale quando la sua anima che annaspa nelle rapide del dolore si avvinghia alla riva per tornare a caccia di coloro che hanno distrutto il suo mondo.</div>
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Le pagine del Corvo trasudano emozioni, sfogliarle equivale a guardare nell'animo dell'autore che ha dato vita a questa storia per esorcizzare un dolore reale. Quest'opera nasce infatti dopo la morte violenta della sua promessa sposa, investita da un camion il cui guidatore non fu mai identificato. L'idea della storia, poi, venne da una notizia di cronaca letta su un giornale: a Detroit una coppia fu ammazzata per un anello da 20 dollari...</div>
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E quel dolore che deve aver devastato la vita di James O'Barr vibra nelle pagine del Corvo, trema come il corpo di un animale ferito e terrorizzato, contrae i lineamenti del viso e del corpo di Eric Draven, anima riportata nel mondo dei vivi dal corvo per darle la possibilità di vendicare una morte troppo violenta ed insensata, resa ancor più insopportabile dall'amore quasi ultraterreno che legava Eric alla sua Shelly. Alla sua inconsolabile disperazione e all'ira che essa genera, alle tavole nere nelle quali si consuma la vendetta tremenda di Eric, si alternano quelle dei ricordi, in un contrastante bianco che quasi acceca, una luce candida che sembra irradiarsi dalla figura di Shelly. Qui i ricordi dell'amore che furono prendono vita nella mente del ragazzo, straziandone il cuore come gli artigli di un predatore che afferrano la preda, e a nulla valgono le raccomandazioni del corvo di <i>non guardare ragazzo, non dovresti essere qui, perché ti fai questo?</i></div>
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<i> </i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDhv1YjrRa2Uq8D1Pc-maQ2-_fq-z_p4IANXLzTmYwkA7TDc64phyphenhyphenkVGroYqfQ8j3tVvovD-S1fhneQRZ9qnjZ7fksNfhpbUngb94ZEmoj7TzkPfIa97rVutds9DQnBjplq4iHZU-XLFn/s1600/Sw.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDhv1YjrRa2Uq8D1Pc-maQ2-_fq-z_p4IANXLzTmYwkA7TDc64phyphenhyphenkVGroYqfQ8j3tVvovD-S1fhneQRZ9qnjZ7fksNfhpbUngb94ZEmoj7TzkPfIa97rVutds9DQnBjplq4iHZU-XLFn/s320/Sw.jpg" width="189" /></a></div>
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<i>"Eric! Non ti avevo sentito."</i></div>
<i>"Sshhh."</i><br />
<i>"Che c'è? Stai bene?"</i><br />
<i>"Sto bene. Volevo solo guardarti.</i><br />
<i>"Sei sicuro che è tutto apposto?"</i><br />
<i>"Dio, sei così bella."</i><br />
<i>"Eric!"</i><br />
<i>"Shelly, ti amo così tanto che quando sono via mi duole il cuore."</i><br />
<i>"Anch'io ti penso ogni attimo del giorno. Ti amo così tanto che mi fa paura. Siamo specali, eh?"</i><br />
<i>"Già." </i> <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzdJO080IsbDPAaefbzgSXYdnwpqi6aeYt2OpLzjVsWQ2j9_bo4YOfV-_v8Wzw4UQ7rQYRx7kwpMbMAWAkIXBFkf2QQjl-G6VtFnA3YY9m6ks_gb60yoydav0IHOY-TjuVGWngXMByFw5s/s1600/SD.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzdJO080IsbDPAaefbzgSXYdnwpqi6aeYt2OpLzjVsWQ2j9_bo4YOfV-_v8Wzw4UQ7rQYRx7kwpMbMAWAkIXBFkf2QQjl-G6VtFnA3YY9m6ks_gb60yoydav0IHOY-TjuVGWngXMByFw5s/s320/SD.jpg" width="303" /></a></div>
Come in un gioco di specchi deformi, l'immagine pura di Eric e Shelly si rispecchia in quella corrotta e malvagia di un mondo spietato, dove il male è la sua stessa apoteosi, in strade nelle quali si aggirano uomini con l'Abisso al posto del cuore. Sagome che sembrano vomitate sulla terra da un inferno troppo pieno, o forse troppo annoiato. Come cani impazziti questi uomini trattano la vita altrui alla stregua di cicche, spazzandole vie con l'indifferenza della mano che scaccia il moscerino. La sciagura di Eric e Shelly si riduce ad un guasto al motore dell'auto nel giorno del loro anniversario, sulla stessa strada che percorre un gruppo di sbandati in balia della droga. Un amore perfetto, una felicità così persistente da apparire come un miraggio, spazzati via in pochi minuti dal buio di anime marce.</div>
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Bellezza insopportabile agli occhi di chi odia prima di ogni altra cosa se stesso, ma che resterà cieco a tutto questo riuscendo a trovare sollievo solo nella distruzione di quello che, per il sol fatto di esistere, da conferma del proprio essere.</div>
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Dolcissima, poi, la breve storia di Shelby. Durante la caccia a Funboy, uno dei balordi col sangue di Shelly sulle mani, il Corvo incontra una ragazzina su delle scale. Forse le ricorda la sua Shelly, forse rivede nei suoi occhi un dolore simile al suo, futuro fantasma di un destino triste e colmo di sofferenza lì in quelle strade dove la compassione non cammina mai. Il fantasma le siederà accanto, donandole una collana che fu della sua donna, e promettendole che sarebbe tornato a trovarla. Così sarà. La sua sola apparizione donerà alla ragazzina una gioia enorme, il suo bacio di addio, facile immaginarlo, sarà l'unica consolazione che la futura donna potrà abbracciare quando i suoi occhi perderanno l'innocenza che vela le zanne e gli artigli di un mondo che freme per saltarle alla gola. Il loro addio è straziante.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuoI3eGn4IVZB8OicFStCUF4jDbMutPUILOZuaPM48wqkUAhoML_9KpRlxoo6cgZMAkRN9S0LJ33ZHKzGrENtmVLpHnRRppuYIjzLV-tx-PnshjrV-kEaDQmf2kcwfze6JrQKD3jQweVl9/s1600/Danzano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuoI3eGn4IVZB8OicFStCUF4jDbMutPUILOZuaPM48wqkUAhoML_9KpRlxoo6cgZMAkRN9S0LJ33ZHKzGrENtmVLpHnRRppuYIjzLV-tx-PnshjrV-kEaDQmf2kcwfze6JrQKD3jQweVl9/s320/Danzano.jpg" width="202" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Come strazianti sono i ricordi di Eric, che puntuali arrivano dopo ogni uccisione. Un antidoto di dolore e rabbia, che il Corvo si inietta nel cuore per impedire che il sangue appena versato possa placare la sete di vendetta. La sua anima non vuole conoscere pace, non fino a quando l'ultimo di quei mostri che un anno prima hanno preso la vita della sua amata non sarà sceso all'inferno con un biglietto che lui stesso gli metterà in mano. Percorrendo i corridoi della casa nella quale sognavano di vivere insieme <i>per sempre, ed oltre</i>, Eric urla e si ferisce, inveisce contro un dio che ha permesso che una sua creatura così dolce e pura potesse soffrire così tanto. Penso che se potesse, Eric Draven salirebbe fin su in paradiso per ficcare una pallottola nel cuore di Dio.</div>
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Leggere queste pagine non è facile. Sono intrise di una sofferenza palpabile, la matita di O'Barr non nasconde nulla, esaltando al contrario tutto il dolore che attanaglia la (sua) anima del povero protagonista. Mai in vita mia ricordo di aver letto nulla di più vero ed empatico de "Il Corvo". Eric Draven prende vita in maniera quasi carnale, e le sue lacrime finiscono inevitalbimente per diventare le nostre. Un'opera dalla potenza visiva straordinaria, che ne suoi marcatissimi chiaro-scuri alterna dolcezza infinita e furia vendicativa con la delicatezza di un balletto di danza classica. </div>
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Nata da un dolore insanabile, riesce a mostrarcene i recessi più profondi come pochi altre mai.</div>
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GRANDIOSO. </div>
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VOTO 10</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdsyOggjLuB_u-KCLTCqFdSnFIjcfKGjqLFWEgzf9sI4J39oGCia7iTy0I6UbYym_4euOnvrCF1xxx8pVjXOMiN9h4zcAwlj9CM8xpdbwNKDOPXBooRUfIra8RxonPbhyphenhyphenO0RkeIG6gb8ib/s1600/morire.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdsyOggjLuB_u-KCLTCqFdSnFIjcfKGjqLFWEgzf9sI4J39oGCia7iTy0I6UbYym_4euOnvrCF1xxx8pVjXOMiN9h4zcAwlj9CM8xpdbwNKDOPXBooRUfIra8RxonPbhyphenhyphenO0RkeIG6gb8ib/s400/morire.jpg" style="cursor: move;" width="400" /></a><i> </i></div>
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<i>"Ciao Shelly. E' finita, amore.</i></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: right;">
<i>Torno a casa.</i></div>
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<i>Ti ricordi quando mi dicesti 'Sei mio?'</i></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: right;">
<i>ed io risposi 'Per sempre'?</i></div>
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<i>Tu dicesti 'Solo per sempre?'</i></div>
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<i>E' per sempre, ora." </i></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/-wafYt9dOY0/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/-wafYt9dOY0?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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Un bellissimo video collage scovato in rete, nel quale l'autore mescola le immagini del fumetto a quelle del film, sulle note della canzone "Let it die" dei Foo Fighter. </div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-27924494462019644752015-07-11T20:57:00.000+02:002015-07-13T12:56:15.146+02:00I TRIBUTI: "Word Up" from Cameo to KornQuando il gioco si fa duro, i becchini iniziano a giocare.<br />
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Lo sapevate che il cantante dei Korn prima di diventare il frontman di uno dei gruppi new metal più famosi del mondo si occupava di cadaveri? Ebbene si. Come ci sia finito a cantare con un microfono a forma di Alien(a) non ne ho propio la più pallida idea. Fatto sta che il salto di qualità è stato parecchio bello consistente, non c'è che dire. Ai tempi in cui MTV ricordava ancora di essere una rete musicale, loro erano tra quelli che sfornavano i miei video preferiti, tipo quello di "A.D.I.D.A..S." in cui tutti i componenti erano dei cadaveri dentro a delle auto coinvolte in un grosso incidente, oppure "Go the life", e ancora quella figata di "Freak on a Lesh" che mostrava il viaggio di un proiettile vagante in slow motion. Ah, bei tempi.<br />
<a name='more'></a><br />
Anche questi ragazzacci si sono cimentati nell'arte della cover, e in questo caso particolare hanno scelto un pezzo pop nientemeno che dai lontanissimi anni 80. Trattasi di "Word Up" dei Cameo (e chi sarebbero?!), tipica canzone <i>ottantina </i>che di più nun se può, che i Korn riprendono senza stravolgerne il ritmo, ma cucendole addosso un abito di alta <i>mettalica. </i>Insomma, una di quelle figate che piacciono ammè, con un originale carino ed una cover lontana dai suoi quartieri e vicinissima ai miei, dove la chitarra elettrica la fa da padrona.<br />
A voi l'ardua sentenza.<br />
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/MZjAantupsA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/MZjAantupsA?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Word Up" versione originale dei Cameo</b></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/uktutdblzxo/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/uktutdblzxo?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>"Word Up" cover dei KoRn </b></div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-63824200464912507772015-07-08T16:56:00.001+02:002015-09-26T19:29:45.117+02:00Il Serpente Cosmico - il DNA e le origini del sapere di Jeremy Narby<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-CxnBjdPVjcVUIiBJ-OQSeICIt2ZmWyepCopg3r-i8_2iM64ltDHRaqMzzODkrCnKGZuyAQdPk7oKaBVxNXRRnaNMpLAnrwXZewAoJG8bCuL_THRnNRXgRgzr6prxO42arQ81Yj_NTnIg/s1600/Il+serpente+cosmico.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-CxnBjdPVjcVUIiBJ-OQSeICIt2ZmWyepCopg3r-i8_2iM64ltDHRaqMzzODkrCnKGZuyAQdPk7oKaBVxNXRRnaNMpLAnrwXZewAoJG8bCuL_THRnNRXgRgzr6prxO42arQ81Yj_NTnIg/s320/Il+serpente+cosmico.jpg" width="210" /></a></div>
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La nostra società e la nostra cultura sono aride.</div>
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Aride e fredde, come un deserto dopo che il sole è sceso oltre l'orizzonte.</div>
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Cresciamo circondati da favole piene zeppe di magia, stregoni, fantasmi, poteri fantasmagorici ed ogni altra sorta di figure mitiche che affascinano i nostri giovani animi ancora immuni alla sterilità che, di lì a poco, ridurrà tutto quello che abbiamo creduto possibile a mere leggende le quali, nella migliore delle ipotesi, sono esiste in tempi ormai lontani. Tutto il resto, infine, è solo un parto della nostra fantasia. Questo è il mondo della Scienza, del Progresso e della Tecnologia (che poi tutto ciò debba rendere sempre conto al Potere è un altro discorso che non ho voglia di affrontare in questo momento).</div>
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Si cresce, e Babbo Natale si leva la barba finta per svelare il viso di nostro padre. Le streghe ripongono le scope nello sgabuzzino, e si trasformano in semplici nonne con troppe rughe. Gli sciamani indossano un camice bianco e si mettono dietro ad un bancone di farmacia.</div>
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br />
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Che due palle signori miei. Che mondo piatto, prevedibile, grigio come un cielo di novembre che promette pioggia. E allora, per spazzare via la monotonia occidentale, capita che si provi a cercare tracce che possano riportare in vita i personaggi che animavano un mondo decisamente più interessante, qualcosa che possa farti almeno sperare che il "tutto" non si riduca alla materia solida, che i suoi confini non siano circoscritti da un cavolo di mappamondo, e che, nonostante l'idea possa far strizzare le chiappe dalla paura, lì fuori nel buio possa veramente nascondersi qualcosa di misterioso e sconosciuto.<br />
Mi piace pensare che il giovane svizzero laureando in antropologia Jeremy Narby sia stato spinto da questo a studiare gli sciamani guaritori dell'Amazzonia per la sua tesi. Ci si è seduto insieme ed ha fatto quello che qualsiasi mente realmente votata alla Conoscenza dovrebbe fare: gli ha chiesto come facessero a guarire la loro gente. Perché le prove sono sotto gli occhi di tutti, la gente che segue i consigli di questi misteriosi uomini guarisce per davvero dai suoi mali, e il fatto che vivano con addosso solo un perizoma non può certo influire su questo dato di fatto. E la risposta è stata ancora più semplice della domanda: sono le piante a dircelo.</div>
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E' questo il punto critico. La maggior parte degli spocchiosi studiosi occidentali, troppo stupidi o troppo ansiosi di conservare le loro amate cattedre, liquidano questo tipo di affermazioni come semplici credenze di un popolo arretrato. Le piante, si sa, non parlano. Al massimo arrivano ad ipotizzare che le capacità di queste figure siano gli echi di antiche conoscenze le cui origini si perdono nel tempo. Poi, grazie a Dio, ci sono persone come Jeremy Narby, uomini umili e dalla mente aperta, che non mentono a se stessi negando cocciutamente una realtà che si palesa ai loro occhi, e che tentano di carpirne i segreti con la mente libera da stupidi pregiudizi.</div>
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Di fronte alla risposta emblematica dei guaritori Narby ha pensato che, probabilmente, quella gente stesse dicendo la verità, ma che fosse "limitata" dalla loro visione del mondo così diversa dalla nostra. Pensateci un attimo insieme a me: se un enorme elicottero dovesse volare al di sopra del villaggio di una popolazione della foresta vergine che non ha mai avuto alcun contatto con noi occidentali, come credete che possa apparire ai loro occhi un oggeto volante, veloce come il fulmine, che urla come il tuono e che piega le cime degli alberi con la forza della tempesta? Non avrebbero altro modo di spiegarselo se non ricorrendo al loro bagaglio di conoscenza e al loro lessico. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjt2BwPNdfdLIu34nsHr0wDijCmI9B7s_e7tpbGKGlKxe9KpjjSMDXw0BFt5yMIgswdG2bV0MbQoPW3Ph6-aoObePf7V0K-brUsoNhBKnpdql-T8-Hc1EhnicLrqftggdcgBBT-E_lfZ4h/s1600/serpent_wave.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjt2BwPNdfdLIu34nsHr0wDijCmI9B7s_e7tpbGKGlKxe9KpjjSMDXw0BFt5yMIgswdG2bV0MbQoPW3Ph6-aoObePf7V0K-brUsoNhBKnpdql-T8-Hc1EhnicLrqftggdcgBBT-E_lfZ4h/s320/serpent_wave.jpg" width="247" /></a>Questo è stato il grande merito di Narby, intuire che quella che gli veniva presentata fosse una realtà codificata con un codice diverso dal suo. Bisognava solo decodificarla e ricodificarla. Per questo motivo decise di partecipare ad una seduta di gruppo in cui si sarebbe assunta l'<i>ayahuasca</i>, la sostanza psicotropa con la quale gli sciamani "ascendono al mondo degli spiriti" per trovarvi le risposte che cercano. L'esperienza fu di un forza tale che cambiò per sempre la sua vita. In un turbinio di immagini caleidoscopiche e con i sensi amplificati fino a livelli insopportabili, Narby visse un viaggio poco piacevole, perché per controllare la potenza di questa sostanza, e le visioni che ne scaturiscono, servono allenamento e la guida di una persona esperta. Tuttavia fra tutte le immagini surreali che gli si crearono dinanzi agli occhi, ad un certo punto vide farglisi incontro due grossi boa gemelli che gli parlarono, rimproverandolo di avere una mente troppo chiusa.</div>
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Da quel momento in poi Narby decise di votare i suoi studi alla conoscenza di questo mondo, con un occhio al mistico e l'altro alla scienza. Avrebbe ascoltato quello che gli sciamani gli avrebbero detto senza dubitarne, ma cercando di leggere tutto con un chiave diversa che potesse dare alle loro affermazioni dei riscontri oggettivi. I risultati dei suoi studi sono racchiusi in questo libro, nel quale l'antropologo ripercorre tutte le tappe che lo hanno condotto ad elaborare una teoria affascinante e che apre prospettive sconfinate in campo medicinale, e non solo:<br />
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<i>Il DNA, di cui noi conosciamo solo l'utilizzo di una piccolissima parte, sarebbe in grado di comunicare.</i></div>
<i><br /></i>
L'assunzione dell'ayahuasca, infatti, porterebbe il soggetto ad uno stato di coscienza alterata nel quale si metterebbero in moto meccanismi in grado di permettere tale comunicazione. Sarebbe questo quello che accade quando gli sciamani dicono di parlare con le piante. Le prove che Narby porta a sostegno della sua teoria sono molte, esperienze vissute sulla sua pelle durante i due anni nei quali è rimasto a contatto con gli sciamani, dipinti fatti da soggetti sotto l'influsso dell'ayahuasca nei quali studiosi di biologia molecolare riconoscono cromosomi, eliche del DNA e molti altri elementi dei loro studi. E ancora risonanze in moltissime credenze sparse in tutto il mondo e in tutte le epoche storiche. La stessa ayahuasca è di per sé un grosso mistero. La bevanda è infatti il prodotto di un processo di preparazione molto lungo, nel quale, tra l'altro, vengono mescolate due piante diverse, un particolare che fa del preparato stesso una "droga artificiale". L'ayahuasca è una liana molto diffusa in Amazzonia, e se il suo estratto venisse assunto da solo non avrebbe alcun effetto, in quanto i nostri succhi gastrici inibiscono l'enzima psicotropo in essa contenuto. Da qui la necessità di affiancarle l'estratto di un'altra pianta che funga da protettore dell'enzima. Il tutto viene ottenuto grazie ad un lungo processo di cottura, che può durare anche giorni, durante il quale si sprigionano anche dei vapori tossici.<br />
Di fronte a questo Narby rimase scioccato. Si chiese come fosse stato possibile arrivare ad un tale risultato senza avere le gli strumenti della medicina moderna. Se i succhi gastrici inibiscono gli effetti dell'ayahuasca, come hanno fatto gli sciamani a sapere che quella pianta aveva quelle particolari qualità? E come hanno fatto a capire che andava assunta insieme ad un'altra specifica pianta per permetterle di avere effetto? Come le hanno scelte tra le innumerevoli piante presenti in amazzonia, molte delle quali velenose e letali? E la preparazione poi? Questi interrogativi hanno spinto l'antropologo svizzero verso i suoi studi, dai quali è nato uno dei miei libri preferiti di sempre. Le sue pagine sono pregne di magia, mostrano un mondo lontanissimo dal nostro, eppure a portata di mano per chi avesse la volontà di cercarlo. Quello che appare come fantascienza in film come Avatar, secondo gli studi di Narby sarebbe invece realtà. Tutti gli esseri viventi connessi a livello genetico, e in una società che non fosse accecata dal denaro come la nostra, tutto questo aprirebbe scenari inimmaginabili. Malattie inguaribili (o presunte tali) potrebbero essere finalmente sconfitte, una conoscenza della Natura e dei suoi figli che adesso non possiamo neanche immaginare sarebbe nostra. Datemi pure del sognatore, ma sarebbe come un Eden in terra.<br />
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Se ci si lascia prendere per mano Narby ci porta in un mondo onirico nascosto giusto dietro l'angolo, nel quale è possibile incontrare esseri dalle fattezze delle divinità egizie, e dove la Natura ci spalanca le porte dei suoi misteri per farcene dono. Una lettura che fa risuonare corde sopite nel nostro animo, e che non aspettano altro che qualcuno le pizzichi.<br />
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<div style="text-align: right;">
<i>"La sera seguente [Harner], sotto la stretta supervisione</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>dei suoi amici indigeni, bevve l'equivalente di un terzo di bottiglia.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dopo diversi minuti si sentì precipitare in un mondo fatto di autentiche allucinazioni.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dopo essere giunto in una caverna celestiale,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>dove era in svolgimento <<un carnevale sovvranaturale di demoni>>,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>vide due strane barche fluttuare nell'aria,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>che si combinavano fino a formare <<un'enorme prua con la testa di drago,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>non dissimile da quella di una nave vichinga>>.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Sul ponte riusciva a distinguere <<un gran numero di persone</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>con le teste di ghiandaie blue con corpi umani,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>non dissimili dalle divinità con la testa di uccello raffigurate</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>sui dipinti tombali degli antichi egizi>>. </i></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-20525922045478983122015-07-07T10:56:00.000+02:002015-07-13T12:56:15.140+02:00I TRIBUTI: "Riders on the storm" from The Doors to Snoop DogCalmi tutti. Non vi agitate, so quel che faccio.<br />
<div style="text-align: justify;">
Anzi, vi dico fin da subito che in mia presenza bisogna parlare dei Doors e di James Douglas Morrison col dovuto rispetto. I quattro californiani sono stati, secondo me, più di una grande rock band, sono una vera e propria istituzione. La stima che nutro nei loro confronti è quanto di più simile io possa manifestare al tanto odiato fantatismo. Ma come potrebbe essere altrimenti? La figura di Morrison è ammantata di mistero, un poeta maledetto che ballava con gli spiriti degli sciamani pellerossa, il re lucertola che poteva tutto come un dio, un vero anticonformista, per dirla co le sue parole "un essere umano intelligente e
sensibile, ma con l'anima di un pagliaccio, che mi costringe a
distruggere tutto nel momento più importante."</div>
<a name='more'></a><br />
<span style="display: inline-block; height: 0; line-height: 0; margin: 0; opacity: 0; position: absolute; width: 0; zoom: 1;"><a href="http://www.pensieriparole.it/aforismi/filosofia/frase-64052">da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/filosofia/frase-64052></a></span><div style="text-align: justify;">
Un uomo che sprizzava magia da ogni singola cellula del suo corpo non poteva non avere una presa fortissima su di me. E tutto questo lo ritrovi nelle sue canzoni, nei suoi testi, nelle sue performance sul palco. Jim Morrison e i suoi Doors sono stati i giganti più alti in quegli anni irripetibili per la scena musicale che furono i 60 e i 70. </div>
<div style="text-align: justify;">
E allora perché diavolo stai mettendo una cover di Snoop Dog, vi starete chiedendo. A molti una cosa simile fa storcere il naso fin quasi a farlo ruotare su se stesso di 180°. E sotto un certo punto di vista non mi sento di biasimarvi. Io non amo particolarmente l'Hip-Hop, non tanto il genere musicale in se perché quello al contrario lo apprezzo, ma la filosofia che lo contraddistingue. La puoi riassumere in tre parole: soldi, figa e narcisismo. E Snoop Dog incarna alla perfezione tutto quello che a me non piace di questo mondo. Però... però a me le cover estreme piacciono, e tanto! Che qui, poi, non stiamo esattamente parlando di cover pura, quanto di un enorme campionamento. Snoop riprende la parte vocale della canzone così com'è, rifacendo la base con un timbro più suo, e inserendosi qui e la tra le strofe cantate da Morrison. Il risultato è un bel tributo, molto più simile ai duetti "feat" che ormai da anni vanno così di moda. Ma a me non dispiace per niente, soprattutto se si tiene conto del fatto che l'omaggio arriva dall'esponente di un genere lontanissimo da quello dell'originale, e proprio per questo ancora pù apprezzabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
A voi la sentenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/DED812HKWyM/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/DED812HKWyM?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<b> "Riders on the storm" versione originale dei Doors</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/y_z-adsJjmE/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/y_z-adsJjmE?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<b>"Riders on the storm" cover di Snoop Dog</b></div>
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</div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7818628454080108047.post-24303631537829764182015-07-06T10:33:00.000+02:002015-07-13T12:58:14.153+02:00MAGGIE [CONTAGIOUS - EPIDEMIA MORTALE] di Henry Hobson<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdXOfz2Og9iKVNGnBzzumTP8Awvq5hX_maIXK-7W6mriRdtF5XOVOM1aXNSRtAzdA6dPyxdpOMb1CQxhFlqFmqV4pxG3ejs6GX12q5Wa2ryqcTw9CQIGfEQ3dauidou1FtuXAhJNpnijb/s1600/maggie.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdXOfz2Og9iKVNGnBzzumTP8Awvq5hX_maIXK-7W6mriRdtF5XOVOM1aXNSRtAzdA6dPyxdpOMb1CQxhFlqFmqV4pxG3ejs6GX12q5Wa2ryqcTw9CQIGfEQ3dauidou1FtuXAhJNpnijb/s320/maggie.jpg" width="253" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di partire con la sentenza foglio fare un appunto: caro pellegrino, se sei giunto qui cercando info sul film che hai intenzione di andare a vedere attratto dalle promesse sottointese dal titolo italiano della pellicola, fermati. Non leggere questa recensione, e non andare manco al cinema. Vogliono fregarti, credimi. Questo è uno degli storpiamenti più infidi che il marketing nostrano abbia mai fatto, perché nel film l'epidemia mortale non c'è. Punto. E' appena un'eco di sottofondo, la voce di un conduttore radiofonico che intervista un ascoltare, sono le poche informazioni che un medico può dare al protagonista, è una manciata di poliziotti con una machera antigas sulla faccia. Non c'è altro che possa avvicinare questa pellicola ai film classici del genere ai quali il titolo italiano strizzia un occhio finto come quello del pirata stupido della ciurma di Jack Sparrow.</div>
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<div style="text-align: justify;">
"Maggie" è ben altro.</div>
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Credo sia doveroso fare un'ulteriore premessa: se non si ama il genere zombie allora risulta difficile, se non impossibile, apprezzare questo film. Il background che la conoscenza di questo genere crea negli appassionati è indispensabile per immedesimarsi in una storia che, altrimenti, potrebbe apparire addirittura stupida agli occhi del "profano". Ma se i putridi cannibali hanno avuto un ruolo importante nel vostro personale olimpo dei mostri, allora "Maggie" vi conquisterà.</div>
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Il genere zombie è in pieno revival ormai da qualche annetto grazie alla serie fortunatissima di Robert Kirkman, "The Walking Dead" ha infatti definitivamente sdoganato gli zombie rendendoli un fenomeno di massa che ha conquistato mezzo mondo. E, come sempre accade quando qualcuno sforna un'idea di successo, arrivano a caterve altre opere sulla sua scia, che sperano di cavalcare l'onda e portare a casa un po' di fama e quattrini. Pochi però sono in grado di tenere testa all'opera apri pista (qualcuno ha detto "<a href="http://larduasentenza.blogspot.it/2015/06/serie-tv-z-nation-di-karl-schaefer-e.html" target="_blank">Z Nation</a>"?!), ma qualcuno che riesce a dimostrare di non essere un banale assaltatore di carri vincenti c'è sempre. Qualcuno come Henry Hobson, formidabile graphic designer inglese che vanta un curriculum di collaborazioni da paura nei più svariati campi, dal cinema al mondo dei videogiochi, e che qui per la prima volta si mette dietro alla cinepresa.</div>
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La sua opera prima è una perla di originalità, un piccolo gioiello che riesce a portare il genere zombie in una sfera di umanità pregna di dolcezza. Se Kirkman sfrutta gli zombie come un flagello che distrugge la civiltà riportando il genere umano in una situazione di instabilità e bisogni perpetui, preparando così il terrreno ideale sul quale mostrare come il nostro spirito di sopravvivenza possa cambiarci se messo alle strette, Hobson invece stringe moltissimo il quadro, relegando tutta la parte legata allo scoppio del caos e all'evolversi dell'epidemia -tutto quello che solitamente compone il 90% di una storia di zombie- al passato prossimo raccontato da qualche misero programma radiofonico, e a sprazzi di flashback della protagonista femminile, lasciando l'intero palcoscenico al rapporto fortissimo tra la ragazza infetta e il padre che vede sua figlia trasformarsi lentamente in un essere dal corpo <i>necrotizzato</i> e affamato di carne umana.</div>
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E' un punto di vista del tutto nuovo, almeno per quella che è la mia piccola cultura cinefila, un film intimo che osserva un fenomeno raccontato centinaia di volte in moltissime altre storie con modi e tempi agli antipodi di quelli adottati in "Maggie". Quello che Hobson prova a fare è raccontarci la storia cercando di umanizzare al massimo un evento che nella realtà nemmeno esiste. Ci mostra con dovizia di particolari la parabola emotiva che i due personaggi attraversano da quando il padre si spinge fino in città per recuperare la sua bambina ricoverata in ospedale per riportarla a casa, dove potrà prendersene cura personalmente, fino all'inevitabile epilogo. Il risultato è una storia maledettamente commovente, anche grazie all'interpretazione degli attori.<br />
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Schwarzenegger è semplicemente fantastico. Sarò forse di parte, da bambino sono praticamente cresciuto con i suoi film nei quali interpretava sempre un duro dalla montagna di muscoli, e gli sono perciò affezionato. Ma quel viso che una volta trasmetteva forza e strafottenza, in questa pellicola ha invece le fattezze dolci e segnate dal tempo di un nonno. Un'interpretazione minimale come il taglio di tutto il film, ma che tocca le corde giuste.<br />
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La camera a mano è una scelta stilistica che apprezzo sempre, e in questo caso è quasi dovuta. Da alla pellicola quel taglio informale che accentua l'atmosfera di intimità nel quale i fatti si svolgono, plasmando una regia essenziale che si sofferma sovente su particolari come un paio di mani che si sfregano nervose, o una lacrima che scivola su un viso granitico. E' una regia coerente con la storia, che da spazio al piccolo, come nella fotografia la tecnica macro da risalto al particolare che normalmente si perde. Il lavoro di designer del regista emerge tutto qui, nell'alternarsi tra spazi aperti e grigi, gli interni bui e polverosi, e anche in un'immagine degli infetti abbastanza diversa dai classici, lì dove i segni dei morsi lasciano spazio sui corpi a cancrene nere come il carbone.<br />
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Gli unici scricchiolii li ho avvertiti nella sceneggiatura, che in un paio di situazioni si prende licenze un po' larghe, ma funzionali alla struttura narrativa. Nulla che incida significativamente, ma con un piccolo sforzo penso che si sarebbe potuto trovare strade diverse per raggiungere gli stessi obbiettivi. Per un attimo le braccia mi sono cascate proprio sul più bello, ma il finale (forse prevedibile per molti, ma non per un eterno ingenuo come il sottoscritto) riesce a riscattarsi immediatamente dopo aver fatto credere di essere l'ennesimo ariete di stupidaggini che abbatte quello che, fino a quel momento, era stato un bellissimo castello. Forse una puntina di delusione c'è ad essere sinceri, ma preferisco pensare che sarebbe potuta andare decisamente peggio.<br />
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"Maggie" ha portato finalmente una novità concreta e pregevole in un genere ormai saturo, e lo ha fatto come sempre accade in questi casi, guardando lì dove nessuno volge lo sguardo. E' un piccolo gioiello, bello e delicato come un dipinto. Se mi permettete un paragone azzardato, mi viene da dire che possa essere definito come il "Philadelphia" del genere horror.<br />
C'è bisogno che espliciti l'invito a vederlo? Fatelo!<br />
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VOTO 9<br />
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<i>Questa volta nessuna citazione scritta, solo questa splendida immagine.</i> </div>
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MalawiBoyhttp://www.blogger.com/profile/07337820025370535720noreply@blogger.com9