ll Vangelo secondo Satana di Patrick Graham

"A Orange, alle porte di Lione, gli eserciti del re avevano sparato cannonate sull'oceano di ratti in avvicinamento. Una marea così furente ed affamata che la si sentiva mordere le pietre e graffiare i tronchi degli alberi.
Sbaragliata la cavalleria a Maicon, il male era poi risalito verso Parigi e la Germania, dove aveva decimato città intere. Ben presto c'erano stati così tanti cadaveri e tante lacrime, da una parte e dall'altra del Reno, da far credere che il flagello avesse raggiunto il cielo e che Dio in persona stesse morendo di peste."

Sono rimasto diversi minuti ad osservare il cursore lampeggiare sul foglio bianco alla ricerca delle parole giuste per cominciare questa sentenza, ma alla fine ho pensato che il modo migliore per trasmettervi il piacere che la penna di Graham è riuscita a darmi fosse quello di lasciarle la parola.
Lo scrittore francese mette su carta scenari d'altri tempi con una tale potenza, e con uno stile così tenebroso, da far pensare che abbia realmente percorso le città e le campagne medievali devastate dalla Grande Peste.
Il suo romanzo parte infatti come un horror storico ambientato nel XIV secolo, durante l'apice dell'epidemia di peste che (davvero) fu ad un passo dal decretare l'estinzione del genere umano, dipingendo scenari decadenti, a tratti infernali, con grande dovizia di particolari. Si ha l'impressione di osservare un qualche grande dipinto dell'epoca raffigurante gironi infernali nei quali le anime dei dannati vengono torturate ciclicamente, senza speranza alcuna di spezzare il loro supplizio.
E' in queste lande di morte e desolazione che partono le vicende narrate, più precisamente da dentro le mura del convento delle suore agostiniane di Bolzano, alle porte del quale giunge un carretto carico di provviste, ma non solo. C'è anche un corpo disteso su di esso, quello di un'anziana donna appartenente ad uno dei gruppi ecclesiastici più inaccessibili che la Chiesa abbia mai istituito, le Recluse. Donne alle quali è stato dato il compito di custodire e studiare nel segreto più assoluto opere blasfeme, che la Chiesa vuole tenere nascoste al mondo ad ogni costo. La donna moribonda porta con se un fagotto, all'interno del quale le suore trovano un teschio ed un libro molto antico. La loro superiora capirà fin da subito la gravità della situazione, una Reclusa non lascerebbe mai il suo convento, per nessuna ragione al mondo. E sarà ella stessa, ad un passo dalla morte, a confidarle i motivi che l'hanno spinta a fuggire, rivelandole la reale natura dei due oggetti che porta con sè. Un segreto inimmaginabile che se rivelato farebbe crollare le fondamenta stesse della Chiesa.

Graham parte fortissimo, e non perde tempo a tessere ragnatele attorno ad un segreto che solitamente viene svelato, se non alla fine, molto più in la nella lettura. Dopo pochissime pagine sappiamo già tutto, trovandoci difronte una delle teorie (ovviamente di pura fantasia) più ardite ed eretiche che siano mai state concepite in un romanzo religioso. Anche quando le vicende si spostano nel presente, narrando le gesta del profiler dell'FBI Marie Parks, lo stile resta duro, macabro e diretto. Personalmente vado pazzo per le storie che fondono religione, storia e horror, e per chi ama questo genere di racconti qui c'è da sguazzarci come maialini nel fango in pieno agosto. O come vampiri in una piscina di sangue.
A poco a poco tuttavia il ritmo cambia, deviando su tonalità thriller, nelle quali l'autore segue le gesta della profiler e di un esorcista che finiranno per convergere nella caccia al libro perduto che entrambi si ritroveranno costretti a cercare. L'orchestrazione è solida, e nella parte finale Graham riesce a gestire molteplici fronti che si susseguono a ritmi serrati, senza mai perdere colpi. Se non nel finale, purtroppo, che risulta un po' fiacco e poco coinvolgente. Come se avesse osato quel tanto in più che è bastato a fargli perdere le briglie della narrazione.

C'è poi la questione dei dialoghi... Nota dolente. Come ho detto, Graham ha grandi doti descrittive, possiede una penna evocativa. Ma, ahimè, non posso dire lo stesso quando si tratta di dialoghi. Molto spesso risultano piatti, a tratti addirittura banali, come nel confronto finale tra l'esorcista e il demone che ha combattuto per tutta la sua vita da ecclesiasta, che si conclude con l'insulto più stupido che abbia mai letto in vita mia. Non so se la cosa possa essere imputata alla traduzione, o se è farina del sacco dell'autore, ma quello che esce dalle bocche dei personaggi troppo spesso non regge il confronto con quello che li circonda.

Il Vangelo secondo Satana resta comunque un ottimo libro, assolutamente consigliato a tutti coloro che amano questo genere. Se solo i dialoghi fossero stati all'altezza staremmo parlando di un'opera perfetta, almeno per i miei canoni ;)


VOTO 7,5/8  


"Dio è all'inferno. Comanda ai demoni.
Comanda alle anime dannate.
Comanda agli spettri che errano nelle tenebre.
E' tutto falso. Oh, Signore!
Tutto quello che ci hanno detto è falso!"

 

Commenti

  1. Temo non sia il mio genere... :) ma volevo chiederti, hai percaso cambiato indirizzo al blog?

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    1. Si Sam! Sono un pasticcione, quindi è altamente probabile che farò ancora altre cavolate u.u ho aggiunto la "l" all'inizio.

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    2. eheh infatti ti ho ritrovato solo perchè sei anche su fb ;-)

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    3. Per "fortuna" siete ancora in pochi! Praticamente ci sei solo tu X)

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    4. eh all'inizio bisogna farsi conoscere... poi la gente inizia ad arrivare. All'inizio da me c'era il vuoto, nemmeno un saltuario Sam avevo. ;) Intanto ti ho aggiunto alla lista dei blog che seguo sul mio blog. Ma anch'io sono nuova ;D

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    5. È un pezzo che dico che gli devo dare un'occhiata!

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